La potenza degli smartphone moderni ha surclassato il computer storico che portò l’uomo sulla Luna: un confronto rivelatore

Il tuo smartphone è un mostro tecnologico che fa sembrare l’AGC dell’Apollo 11 un giocattolo preistorico! Sì, quell’ammasso di circuiti che ha portato Neil Armstrong sulla Luna aveva solo 32KB di RAM e una potenza da lumaca – mentre il tuo telefono lo surclassa di milioni di volte. Preparati a stupirti! #TecnologiaSpaziale #Apollo11FallisceControISmartphone #EvoluzioneDigitale

Incredibile, ma vero: lo smartphone che porti in tasca è più potente del computer che ha reso possibile il primo allunaggio con la missione Apollo 11 nel 1969. Mentre l’Apollo Guidance Computer (AGC), il cuore della spedizione di Neil Armstrong e Buzz Aldrin, arrancava con una misera memoria RAM di 32.768 bit e 72 kilobyte di ROM per i programmi fissi, i tuoi gigabyte di RAM e ROM lo rendono obsoleto come un telefono a manovella. Parliamo di centinaia di migliaia di volte più veloce – una schiacciante dimostrazione di quanto la moderna abbia lasciato nel passato quei pionieri spaziali!

Ora, mettiamoci a confronto l’hardware: l’AGC aveva una RAM da 32.768 bit, capace di gestire solo 2048 parole da 16 bit l’una, che è la base per come un computer elabora i dati in un colpo solo. Roba da far ridere oggi, visto che un telefono di fascia medio-bassa sfoggia almeno 4 gigabyte di RAM – ovvero più di un milione di volte superiore! E per la memoria permanente, con i suoi 512 gigabyte possibili, siamo a oltre 7 milioni di volte quella dell’AGC. Poi c’è la velocità: l’AGC ticchettava a 0,043 MHz, mentre i processori moderni partono da 2000 MHz, rendendo il tuo smartphone centomila volte più rapido nei calcoli. Strabiliante, no? Ma non è tutto rose e fiori, perché come ha detto Graham Kendall, professor emerito dell’Università di Nottingham, se al della missione Apollo 11 fosse stato possibile disporre delle tecnologie attuali «quasi certamente [l’AGC, NdR] non avrebbe avuto una tastiera, ma avrebbe usato comandi di scorrimento su un . Se ciò non fosse stato possibile a causa della necessità di indossare i guanti, l’interazione sarebbe potuta avvenire attraverso gesture, movimenti oculari o qualche altra interfaccia intuitiva».

I computer di oggi non si limitano a memoria e velocità; hanno chip specializzati per gestire display, immagini e suoni, trasformando ogni azione in qualcosa di fluido e complesso. E che dire del peso? L’AGC pesava ben 29,5 kg – un bestione che probabilmente avrebbe fatto sudare gli astronauti solo a spostarlo – contro i miseri 200-250 di uno smartphone. L’interfaccia utente dell’AGC? Una tastiera rudimentale stile calcolatrice, dove dovevi digitare codici numerici per interagire. Roba da era delle caverne rispetto ai touchscreen e all’intelligenza artificiale dei nostri telefoni, che trasformano compiti quotidiani in pura magia – una cosa che ai tempi dell’AGC era fantascienza pura!

Per chiudere con una chicca che fa arrabbiare i nostalgici: persino le calcolatrici scientifiche degli anni ’90 surclassavano l’AGC. Prendi la TI-73 di Texas Instruments: 8 volte più RAM e 140 volte più veloce. Il modello successivo, la TI-84, arrivava a 32 volte più RAM e quasi 350 volte la velocità. Insomma, in meno di tre decenni, la tecnologia ha fatto balzi da gigante, rendendo l’eroico AGC un ricordo divertente ma decisamente superato!

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