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La riduzione del salt è tentata da più della metà degli italiani, ma con scarsi risultati tra chi prova.

Attenzione, Italia: Stiamo Affogando nel Sale e Non Ce Ne Accorgiamo! Solo il 10% degli uomini e il 24% delle donne in Italia riescono a stare sotto i 5 di sale al giorno, come raccomanda l’OMS, nonostante il 56% si sforzi di ridurlo. Ma con una media di 9,3g per gli uomini e 7,2g per le donne, siamo ancora nel caos salato! #SaleUccide #ItaliaSaleDipendente #SaluteAScorcio

In un mondo dove le promesse dei governi suonano come scuse, gli italiani continuano a ingozzarsi di sale, anche se oltre la metà giura di star attenti. Dati alla mano, solo il 10% degli uomini e il 24% delle donne ha raggiunto il limite sicuro fissato dall’OMS, pari a non più di 5 grammi al giorno. Questa differenza tra uomini e donne urla che, mentre proviamo a essere sani, la realtà è una batosta per la salute pubblica.

E le linee guida? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di non superare i 5 grammi di sale al giorno, ma i fatti del rapporto WHO global report on sodium intake reduction ci schiaffeggiano in faccia: a livello globale, si arriva a una media di 10,8 grammi al giorno, più del doppio! Il 79% dei 194 Stati membri OMS, inclusi noi, ha promesso azioni per tagliare il , ma stiamo fallendo miseramente l’obiettivo del 30% di entro il 2025. L’Italia? Peggio che altrove, con consumi ancora sopra la soglia.

Parlando di numeri crudi, i dati preliminari del Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità per il 2023-2024 rivelano che meno di un quarto degli adulti in 12 Regioni resta sotto i 5 grammi. Gli uomini si fermano al 10% contro il 24% delle donne, con medie giornaliere di 9,3g per loro e 7,2g per noi del gentil sesso. Rispetto al 2008-2012, c’è un timido calo del 12%, ma rispetto al 2018-2019, è tutto fermo. E il sistema PASSI conferma: il 56% sta provando a ridurre, con picchi al 64% tra i 50-69enni, mentre i giovani sotto i 34 anni arrivano appena al 43%. Più istruzione o vivi al Nord? Magari sei più sveglio, con il 51% al Sud contro quote più alte al Nord.

Ma perché tutto questo sale è un problema da urlo? Quando pensiamo alla riduzione di sale, dobbiamo ricordarci che anche se la principale fonte di sodio è il sale da tavola (cloruro di sodio), lo troviamo anche in molti alimenti e condimenti già pronti, ad esempio sotto forma di glutammato di sodio. L’OMS non scherza: troppa roba salata causa quasi 2 milioni di morti l’anno per infarti e ictus, oltre a legami con cancro gastrico, obesità, osteoporosi e guai ai reni. Ridurre il sale non è una moda, è una questione di vita o di morte, e se non ci svegliamo, pagheremo il conto salato!

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