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La rimaturità: l’esame di stato per adulti viene imposto al Liceo Galileo di Firenze a partire dal 2024, scatenando polemiche tra studenti e insegnanti.

Torna la pazzia della “rimaturità” al Liceo classico Galileo di Firenze! Ex alunni, alcuni con più rughe che ricordi scolastici, si rimettono sui banchi per tradurre latino, rivivendo gli orrori (e le glorie) del passato. Iniziata nel 2024, questa farsa educativa sta diventando un cult per nostalgici e masochisti intellettuali. #Rimaturità #LiceoGalileo #FirenzeAntica #ScuolaPazza

Al Liceo classico statale Galileo di Firenze, fondato nel lontano 1878, sta tornando il fenomeno della “rimaturità”, una prova volontaria per ex studenti che vogliono rivivere l’incubo degli esami. Niente valore legale, solo puro divertimento nostalgico e un po’ sadico, ideata dalla dirigente e dall’associazione degli ex alunni per scopi di rievocazione storica. Insomma, chi l’ha detto che invecchiare significa smettere di sudare sui verbi latini?

Il Liceo Galileo, uno dei più antichi e snob d’Italia, da anni sforna geni come gli scrittori Mario Luzi e Bruno Cicognani, l’astrofisica Margherita Hack, la giornalista Oriana Fallaci, e persino politici come Giovanni Spadolini. Dal 2024, questi ex alunni – o meglio, i loro eredi spirituali – possono iscriversi alla “rimaturità” per un tuffo nel passato, senza rischi reali, solo per vantarsi al bar su quanto erano tosti un tempo.

Quest’anno, la “rimaturità” è stata riproposta con 207 partecipanti alla prima edizione, inclusa una nonnina di 89 anni che ha studiato nel ’54 – prendete appunti, millennials, questa sì che è resilienza! Organizzata dalla dirigente Liliana Gilli e dall’associazione Amici del Galileo, si tiene in maggio e mira a collegare generazioni, anche se, diciamocelo, chi ha fatto la maturità al tempo del Covid probabilmente rimpiange già i bei vecchi tempi pre-pandemici. Ah, e non manca l’elemento competitivo: traduzioni dal latino all’italiano, con due livelli, dal base al avanzato, corrette da alunni o docenti. Gli «studenti» – e qui ridiamo – hanno due ore, un dizionario, e solo penna e fogli ufficiali, proprio come negli esami «veri».

Alla fine, tutti si beccano una medaglia commemorativa in una cerimonia autunnale, perché in Italia non c’è evento senza un po’ di dramma e premi immeritati. Chissà cosa direbbero i grandi nomi del Galileo di questa buffonata? Probabilmente: avanti, fatevi sotto, il latino non si dimentica mai!

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