Charles Darwin. Credit: Elliott & Fry, via Wikimedia Commons
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La teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, fondata sul meccanismo della selezione naturale, ha profondamente influenzato il campo della biologia, ed è ancora considerata una delle più significative teorie scientifiche di sempre. Secondo tale teoria, gli individui dotati di caratteristiche più adatte all’ambiente hanno maggiore probabilità di sopravvivere e riprodursi, tramandando così i loro tratti alle generazioni future. Questo processo, lento ma costante, permette l’evoluzione graduale delle specie nel tempo. Per arrivare a questa formulazione complessa, Darwin ha basato il suo lavoro su anni di ricerche e osservazioni fatte durante i suoi viaggi, e su numerose ipotesi formulate nel corso della sua carriera. La storia della pubblicazione del suo testo più noto, L’Origine delle specie, è centrale per comprendere una delle più importanti rivoluzioni scientifiche della storia.
Cosa dice la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin: i punti fondamentali
La teoria di Darwin, presentata in L’origine delle specie, è una delle fondamenta della biologia evolutiva. Secondo Darwin, tutte le specie viventi, siano esse animali o piante, discendono da un antenato comune e si sono differenziate nel tempo attraverso un processo graduale. I principali punti della sua teoria comprendono la variabilità dei caratteri, l’adattamento all’ambiente, l’ereditarietà dei caratteri innati e l’isolamento geografico. All’interno di ogni popolazione, le differenze tra gli individui sono significative, e gli individui con tratti vantaggiosi per il loro ambiente hanno maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi. Queste caratteristiche favorevoli si trasferiscono alle generazioni successive, modificando nel tempo le popolazioni in modo da migliorare l’adattamento all’ambiente.
L’evoluzione, secondo Darwin, è un processo naturale e continuo che scaturisce dall’interazione tra organismi e ambiente, senza alcun intervento esterno. Un esempio classico analizzato dal biologo è quello dei fringuelli delle Galapagos, nei quali ogni isola presenta uccelli con becchi di forma diversa, adattati in base alle risorse alimentari disponibili in ciascuna area.
Un esemplare di Geospiza fuliginosa, una delle specie note come fringuelli di Darwin.
Il contesto storico della teoria di Darwin
L’Origine delle specie, pubblicata per la prima volta a Londra il 24 novembre 1859, pose la comunità scientifica di fronte a temi e argomenti che fino a quel momento erano stati raramente esplorati. Nel suo testo completo, On the Origin of Species by Means of Natural Selection, or the Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life, Darwin riassunse i suoi approfonditi studi, influenzati dal lavoro di illustri predecessori e dalle numerose scoperte scientifiche che caratterizzarono un secolo, il XIX, fondamentale per la storia della scienza.
Tra i ricercatori che influenzarono il pensiero di Darwin vi è il geologo scozzese Charles Lyell, fautore del principio dell’uniformitarismo. Questo principio suggerisce che i fenomeni geologici che vediamo oggi sono il risultato di processi lenti e graduali. Lyell denunciava il catastrofismo, una visione allora predominante, secondo cui le modifiche alla Terra avvengono solo attraverso eventi catastrofici.
Thomas Robert Malthus ha avuto un importante impatto sulla formulazione della teoria di Darwin; i suoi modelli riguardo le dimensioni delle popolazioni e le risorse disponibili sono stati fondamentali nella sua analisi sull’evoluzione.
L’Origine delle specie, una pubblicazione rivoluzionaria
Darwin cominciò a riflettere sull’origine e l’evoluzione delle specie durante il viaggio effettuato a bordo del brigantino Beagle. Da lui stesso affermato, gran parte del suo studio era già completa nel 1844, ma l’autore attese 15 anni prima di pubblicare L’Origine delle specie. È importante sottolineare che non fu il solo a formulare una teoria riguardante l’evoluzione, poiché già Jean-Baptiste de Lamarck, nel 1809, aveva presentato una teoria fondata sull’ereditarietà dei caratteri acquisiti. Inoltre, nel 1852, il filosofo Herbert Spencer aveva elaborato concetti vicini all’evoluzione, interpretata come una sopravvivenza degli individui più adatti.
Nel contesto di crescente interesse scientifico, un saggio dell’1858 dello zoologo Alfred Russel Wallace, redatto durante un viaggio in Indonesia, convinse Darwin a pubblicare finalmente i suoi studi. Wallace aveva sviluppato una teoria sulla selezione naturale molto simile a quella di Darwin, il che portò a una presentazione congiunta dei loro lavori presso la Linnean Society il 1° luglio 1858.
Questo momento, cruciale per la storia della biologia, culminò con la pubblicazione, un anno dopo, de L’Origine delle specie, un’opera che rese evidente il meccanismo dell’evoluzione per selezione naturale come chiave per spiegare la diversità dei viventi.