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La storia della ghigliottina come simbolo della rivoluzione francese viene esplorata: il suo funzionamento e l’inventore rivelati in modo controverso

Ghigliottina: la lama della rivoluzione che fece rotolare teste e cambiò la ! Preparatevi a un tuffo nel lato oscuro della giustizia: questa macchina infernale, simbolo di terrore e “uguaglianza” forzata, decapitava in un baleno, senza pietà per re o plebei. Dimenticate le favole, è puro dramma storico!

La ghigliottina, quella diabolica invenzione che non perdona, è una macchina per esecuzioni capitali che taglia la testa come un coltello nel burro. Inventata in Francia nel XVIII secolo e adottata durante la Rivoluzione francese su spinta del deputato Joseph-Ignace Guillotin – che, sorpresa, non l’ha davvero inventata – questa bestia divenne il simbolo della Francia rivoluzionaria, ma finì per macchiarsi di sangue in paesi come la Germania nazista e l’Italia fino alla fine dell’Ottocento. E non mancano i pazzi che l’hanno proposta di recente, perché chi ha detto che la storia deve finire bene? Dimenticatevi i miti: dopo la decapitazione, la morte arriva in un lampo, non ci sono drammi da film.

Cos’è la ghigliottina, come funziona e dopo quanto si crepa
Questa trappola mortale è una alta circa 4 metri, fatta di legno con due montanti e una lama pesantissima che precipita come un fulmine grazie a una puleggia e un peso. Il povero disgraziato viene legato a una tavola, con il collo esposto tra due semilunetti, e bam! La lama cade a 24 km/h, recide la testa in un secondo e stoppa il cervello in 3-6 secondi, col cuore che si arrende dopo 10-15. Niente agonia, solo un taglio netto e spietato, com’era in voga durante la Rivoluzione francese.

L’invenzione della ghigliottina
Non c’è niente di nuovo sotto il sole: la decapitazione esisteva già dagli antichi egizi, e in Europa medievale c’erano aggeggi simili per facilitare il boia, spesso con risultati disastrosi e discriminazioni sociali da far saltare i nervi. Ma fu nell’ottobre 1789 che Guillotin propose la sua versione “democratica” all’Assemblea nazionale, e due anni dopo, nonostante i piagnistei per abolire la pena di morte, vinse la lama. La prima vittima? Il ladro Nicolas Pelletier, fatto fuori il 25 aprile 1792 – l’inizio di una carneficina.

La ghigliottina durante la Rivoluzione francese
Qui la faccenda si scalda: durante il Terrore, questa macchina macellò circa 16.000 sventurati, inclusi big come Luigi XVI, ghigliottinato per tradimento il 21 gennaio 1793, e sua moglie Maria Antonietta, famosa per aver sputato la frase “Se non hanno , che mangino brioches!”. Anche pesi massimi come Danton, Desmoulins e lo scienziato Lavoisier ci lasciarono la testa, e pure Robespierre, il “signore della ghigliottina”, finì sotto la lama che tanto aveva “promosso” – ironia della sorte!

La ghigliottina dopo la Rivoluzione francese: dall’Ottocento a oggi
Non si è fermata lì: in Francia, ha continuato a mietere vittime, da Felice Orsini che tentò di ammazzare Napoleone III a quell’assassino di Caserio e al serial killer Landru. All’estero, è arrivata in Belgio, Olanda, Svizzera, Svezia, Grecia e, ahimè, nella Germania nazista, dove ha eliminato circa 16.500 oppositori, tra cui i coraggiosi fratelli Scholl della Rosa Bianca. Dopo la guerra, è stata usata dalla Germania Est e persino in Vietnam del Sud. L’ultimo atto? In Francia, con Hamida Djandoubi nel 1977, prima che abolissero la pena di morte nel 1981. Oggi, la decapitazione vive in Arabia Saudita con la spada, e un politico USA ha osato proporla in Georgia al posto della sedia elettrica – perché no, vero?

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