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La storia dell’iconica foto della Terra scattata da 6 miliardi di km di distanza

Credits: NASA/JPL–Caltech.

“Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. […] Su di esso, […] ogni essere umano che sia mai esistito ha vissuto la propria vita”. Queste parole riflettono il significato della fotografia della Terra conosciuta come Pale Blue Dot. Scattata il 14 febbraio 1990 dalla sonda Voyager 1, questa immagine rappresenta il più distante scatto della nostra pianeta, realizzato al termine dell’esplorazione dei pianeti giganti del Sistema Solare da parte della NASA. La foto mostra la Terra come un piccolo puntino a circa 6 miliardi di chilometri oltre l’orbita di Nettuno, con il suo colore azzurro che rappresenta gli oceani che ricoprono gran parte della superficie terrestre.

Dettagli dello scatto

Il Pale Blue Dot è stato catturato dalla sonda Voyager 1 non appena questa uscì dal piano dell’eclittica, orientandosi verso lo spazio interstellare. Le sonde Voyager furono lanciate alla fine degli anni ’70 con l’obiettivo di esplorare Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Voyager 1 raggiunse Giove nel marzo 1979 e Saturno nel novembre 1980, mentre Voyager 2 proseguì per visitare Urano e Nettuno nel 1986 e nel 1989. Attualmente, Voyager 1 è l’oggetto realizzato dall’uomo più lontano dalla Terra, avendo recentemente raggiunto una distanza di 25 miliardi di chilometri, da cui la luce impiega quasi un giorno per viaggiare.

Immagine L’immagine è un collage di fotografie ottenute dalla sonda Voyager 1 tra il febbraio e il giugno 1990. Essa rappresenta una sorta di ritratto di famiglia dei pianeti del Sistema Solare visti da miliardi di km di lontananza. Credit: NASA/JPL–Caltech

L’idea di scattare un’immagine della Terra dai confini del Sistema Solare fu di Carl Sagan, che propose alla NASA di realizzare un “ritratto di famiglia” dei pianeti visibili dalla sonda, che includono Venere, Terra, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. La fotografia della Terra fu scattata quando la Voyager 1 si trovava a 32° dal piano dell’eclittica e a 6,05 miliardi di chilometri dalla Terra, facendo apparire il nostro pianeta come un tenue puntino blu.

Significato del Pale Blue Dot

La fotografia della Terra ha ispirato Carl Sagan a scrivere il libro Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space, in cui riflette sul significato di quella visione. La Terra è rappresentata come un piccolo e fragile puntino azzurro, l’unico luogo a noi noto nell’Universo capace di sostenere la vita. Sagan enfatizzò la necessità di preservare il pianeta, sottolineando che non esiste un altro luogo dove l’umanità possa rifugiarsi nel caso di un disastro. La sua riflessione si estende oltre l’ambientalismo, invitando a considerare il messaggio di pace e fratellanza universale, esprimendo l’assurdità di conflitti umani in relazione alla vastità del cosmo e alla fragilità della nostra esistenza.

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