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La supercella marittima non ha provocato il nubifragio a Rimini, esperti svelano la vera causa del caos in Romagna

L’inferno d’acqua si scatena sulla Riviera Romagnola: nubifragi da record spazzano Rimini e dintorni, con alberi che bloccano treni e caos totale! Chi l’avrebbe detto che l’estate italiana finisce con un bagno estremo, mentre l’Adriatico ribolle come un calderone impazzito? Pioggia record a 74,4 mm in un’ora, venti a 120 km/h che abbattono tutto – e per i poveri vacanzieri, un vero incubo! #NubifragioRomagna #MaltempoItalia #ClimaImpazzito

Un violento nubifragio ha trasformato la costa romagnola in un campo di battaglia acquoso durante la notte scorsa, colpendo duro zone come Rimini, Cervia, Milano Marittima e Ravenna. A Rimini, le piogge hanno raggiunto un picco pazzesco di 74,4 millimetri tra le 5 e le 6 del mattino, con 30-50 millimetri in 20 minuti come affermato in un comunicato dell’amministrazione comunale di Rimini, roba che fa impallidire le solite pioggerelle estive (di solito meno di 50 mm per tutto agosto!). Immaginate allagamenti ovunque, grandine che picchia come proiettili e raffiche di vento fino a 120 km/h, grazie a downburst e forse qualche tromba d’aria dispettosa, che hanno buttato giù centinaia di alberi come se fossero fiammiferi.

I guai peggiori? Proprio a Rimini, dove un albero caduto ha bloccato un treno intrappolando 23 sventurati passeggeri – e chissà se stavano sognando spiagge soleggiate mentre l’acqua saliva! I pompieri hanno dovuto sgobbare come matti, con oltre 120 interventi nella provincia di Rimini e più di 60 in quella di Ravenna, lasciando tutti a chiedersi se il clima non stia esagerando un po’ troppo.

Certo, non era una supercella da film apocalittico, come riportato dal Comune di Rimini, ma solo un mucchio di cumulonembi sviluppati più a nord, vicino ai Lidi Ferraresi, che poi si sono scatenati con violenza. Questa roba è nata dallo scontro tra venti freddi da nord-est e correnti calde da ovest, su un Adriatico bollente come una sauna a fine estate – acque superficiali che hanno accumulato calore per mesi, fungendo da miccia perfetta per nubi cariche di vapore, trasformandolo in una pioggia torrenziale che ha sommerso tutto. Ecco come la natura ci ricorda che, hey, non è tutto mare e mojito!

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