Disastro al Natisone: Tre Giovani Inghiottiti da una Piena Improvvisa, e i Soccorsi? Un Fallimento Epico!
Un anno fa, il 31 maggio 2024, tre amici – Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar – sono stati spazzati via da una piena furiosa del fiume Natisone a Premariacco, Friuli. La portata dell’acqua è esplosa da 20 a 135 metri cubi al secondo in appena due ore, e nonostante una chiamata al 112 alle 13:29, i soccorsi hanno pasticciato tutto. Avrebbero potuto salvarli in 6-8 minuti con un elicottero pronto, ma no, eccoli lì a cincischiare! #TragediaNatisone #FailSoccorsi #GiustiziaPerLeVittime
Ma andiamo al sodo: come è possibile che in quei 44 minuti fatali, dalla prima chiamata d’emergenza alle 13:29 fino all’arrivo dell’elicottero alle 14:13 (proprio tre minuti dopo che i ragazzi erano già annegati?), nessuno abbia agito con un po’ di fegato? Le perizie delle indagini sono spietate – una fatta da un esperto di soccorso alpino e un’altra dalla Guardia di Finanza – e dicono che con un elicottero, una ciambella e un verricello, i tre potevano essere tirati in salvo "in soli due minuti a testa", completando l’operazione "in soli sei minuti". Oppure, nella peggiore delle ipotesi, in 8 minuti e 30 secondi. Insomma, un salvataggio "possibile" se i soccorsi si fossero mossi "in tempo utile", ma invece hanno perso tempo prezioso, trattando la cosa come un banale intervento via terra.
La Procura di Udine ha ricostruito la cronaca del caos: dopo le chiamate di Patrizia alle 13:29, 13:36 e 13:48, l’operatore del 112 ha mandato i vigili del fuoco di Udine, che sono arrivati alle 13:56 ma non hanno potuto fare un accidente per via dell’acqua alta e della distanza. L’autoscala sul ponte romano? Inutile, le vittime erano troppo lontane. E l’elicottero più vicino, quel Doppio India nella base di Pasian di Prato, avrebbe potuto arrivare "nell’arco di 12/13 minuti", ma è stato ignorato fino alle 14:02! Invece, hanno chiamato l’elicottero Drago da Venezia, a 100 km di distanza, che è decollato alle 14:05 e arrivato alle 14:28 – quando ormai era troppo tardi. La magistratura sta indagando su queste toppe, con un processo in arrivo il 19 settembre 2025. Chissà se qualcuno pagherà per questo pasticcio.
E non dimentichiamo: quell’area era già etichettata come una trappola mortale, con cartelli che urlavano divieti di balneazione per rischio di annegamento fin dagli anni ’80. Ma la gente la chiamava "Premariacco beach" e ci andava lo stesso, soprattutto d’estate. Il fiume Natisone, con le sue forre e gole vertiginose, è una bomba a orologeria – 55 km di corso d’acqua che si allarga e si inonda in un batter d’occhio. I tre erano sul greto ghiaioso, pensando che l’acqua bassa fosse innocua, ma boom, una piena a monte li ha travolti.
Dopo il disastro, almeno hanno mosso il culo: il comune di Premariacco ha ripulito l’area, rimuovendo alberi pericolosi su 3 ettari e rendendo i cartelli di pericolo più visibili, con pannelli su "tutela ambientale" e turismo sicuro. C’è pure un’iniziativa chiamata "Vivere il Natisone in sicurezza" con 13 comuni coinvolti, per educare la gente a non fare gli eroi sul fiume. Ma onestamente, se non impariamo da errori del genere, chi se ne frega delle foglie e dei pannelli? La lezione qui è chiara: meglio un elicottero pronto che un funerale in più.