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L’accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian viene sfruttato per arricchire gli USA e Trump, svelando i veri benefici in gioco

Strikes Gold: e Firmano la Pace Dopo 40 Anni di Sangue e Furia!

Trump è il nuovo Re della Pace! Il tycoon yankee ha mediato l’accordo epico tra Armenia e Azerbaigian, mettendo fine a quasi quattro decenni di guerre folli e morti inutili. Con il primo ministro Nikol Pashinyan e il presidente Ilham Aliyev che si stringono la mano alla Bianca, è nato un corridoio di 40 km per collegare l’Azerbaigian alla sua exclave Nakhchivan – e indovinate un po’? Gli USA se lo gestiranno tutti, con accordi bilaterali su commercio, e tech. Un trionfo per Donald, che aspira al Nobel per la Pace (e chissenefrega del resto del mondo). #TrumpPeace #CaucasoInPace #GeopoliticaVirale

Ora, non fatevi ingannare: questo è un colpo da maestro per Trump, che si pavoneggia come il risolutore globale, pronto a incontrare Putin in Alaska per fermare l’inferno in Ucraina. (Che spaccone, eh?) L’accordo prevede che gli USA costruiscano e controllino quel corridoio, TRIPP (acronimo di Trump Route for International Peace and Prosperity), per 99 anni, con aziende americane che realizzeranno ferrovie, oleodotti e gasdotti. L’Azerbaigian ci guadagna un accesso diretto alla Turchia, bypassing Iran e Russia, mentre l’Armenia spera in investimenti freschi – ma occhio, se Baku riparte con le ostilità, gli yankee intervengono. (Genio o furbo? Voi giudicate.)

Le radici di questo casino? Torniamo al 1988: tensioni esplosive per il Nagorno-Karabakh, con separatisti armeni che volevano annessione, portando a guerre nel 1994 e 2020, migliaia di morti e sfollati. La Russia ha mediato, ma ora Mosca dice “bravi”, mentre Teheran sbraita che questo cambia gli equilibri e rischia di “spostare i confini iraniani”. (Ah, l’Iran, sempre il guastafeste!)

Geograficamente, Armenia e Azerbaigian sono pezzi pregiati: l’Armenia confina con Georgia, Turchia e Iran, Baku con Russia e Iran, entrambi ex-URSS. Dopo il crollo del 1991, è scoppiato l’inferno per il Nagorno-Karabakh, dichiarato indipendente de facto nel 1994, ma dipendente dall’Armenia. Poi, nel 2020, l’Azerbaigian ha vinto in grande stile, con Mosca ancora in mezzo, e nel 2023, un attacco ha fatto fuggire 100.000 armeni. (Drammi senza fine, vero?)

Ma ecco il bello: Trump esce da eroe, dopo aver placato pure la rissa tra Cambogia e Thailandia a luglio. Gli USA incasseranno grana con diritti esclusivi, e quel TRIPP sarà sotto leggi armene, ma gestito da privati americani. Il “Gruppo Minsk” va in pensione, e tutti fingono che sia pace vera. L’Azerbaigian si collega alla Turchia, l’Armenia attrarrà quattrini, ma Trump? Lui è il vincitore assoluto, con benefici economici in arrivo. (Complotti globali, anyone?) La comunità internazionale applaude, tranne l’Iran, che urla al “cambiamento geopolitico”. (Che sorpresa!)

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