Bombe su Teheran! Israele ha scatenato l’operazione “Rising Lion” contro l’Iran, colpendo la capitale con missili nella notte tra il 12 e 13 giugno 2025, e scatenando una ritorsione epica con “True Promise III”. Mentre le cancellerie globali balbettano, Netanyahu trasforma una crisi nucleare in un diversivo per salvare la pelle. È una resa dei conti tra il “regime degli ayatollah” e il suo governo bellicoso. #IranIsraele #GuerraMedioOriente #NetanyahuInCrisi
L’attacco israeliano contro l’Iran, noto come “Rising Lion”, non è piovuto dal nulla, ma ha comunque lasciato il mondo a bocca aperta, con reazioni sgomente da parte di governi e opinione pubblica. I jet israeliani hanno bombardato duramente, centrando Teheran e altri obiettivi chiave, scatenando una risposta furibonda dall’Iran con “True Promise III”. Dietro le solite chiacchiere sul programma nucleare iraniano, stiamo assistendo a uno scontro brutale tra il “regime degli ayatollah” e il premier Netanyahu, che si ritrova impantanato in una ragnatela di guerre.
Ora, scaviamo nel pretesto della minaccia nucleare iraniana: mentre i jet israeliani scaricavano bombe sui siti nucleari, Netanyahu – quel vecchio volpone – ha sbandierato la linea della "minaccia esistenziale". Eppure, due fatti schiaffeggiano la faccia della verità. Primo, questo assalto è partito proprio quando il suo governo, con popolarità in picchiata, doveva affrontare un voto di sfiducia alla Knesset, rimandando magari la sua caduta e i processi che lo potrebbero spedire in galera. Secondo, l’operazione ha sforato ogni limite, colpendo non solo obiettivi nucleari ma eliminando capi del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (Pasdaran) e chiamando il popolo iraniano a “sollevasse contro l’oppressore”. Insomma, Netanyahu non mira solo a fermare le atomiche, ma a forzare un “cambio di regime” – una mossa da duro che puzza di manipolazione.
Passiamo al contesto di questa follia mediorientale: Iran e Israele sono in guerra sotterranea da quando la Rivoluzione Khomeinista ha preso il potere, ma le cose sono esplose sul serio dopo l’attacco di Hamas e compagni nel 2023, che ha innescato la dichiarazione di guerra israeliana contro l’“Asse della Resistenza”. Negli ultimi anni, colpi e contro-colpi hanno fatto tremare la regione – pensate agli attacchi iraniani del 2024 con “True Promise I” e “True Promise II”, seguiti da rappresaglie israeliane. Stavolta, però, è diverso: non più scaramucce, ma una guerra totale dove tutte le regole sono saltate.
Guardando agli scenari futuri, con i combattimenti in corso, è un casino prevedere cosa succederà. Netanyahu e gli ayatollah sembrano pronti a combattere fino alla fine, e solo il cielo sa se arriveremo a scenari apocalittici con armi nucleari o l’intervento USA. Alla fine, potrebbe essere una lotteria: o Israele fa crollare il regime iraniano, o la sconfitta li manda a casa Netanyahu, lasciandolo sudato freddo per le sue grane legali. La bilancia della Storia è in bilico, e noi siamo qui a guardare.