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Le cause del disastro aereo in India esposte: La ricostruzione in 3D rivela dettagli controversi e possibili negligenze overlooked da autorità distanti

Schianto infernale in India: Boeing si schianta dopo 28 secondi, 240 morti in un incubo volante! Un disastro aereo che fa tremare il mondo: il volo AI171 di Air India, un Boeing 787-8 Dreamliner, è precipitato su un dormitorio studentesco appena 28 secondi dopo il decollo da Ahmedabad, mietendo almeno 240 vittime in quello che sembra un cocktail letale di errori umani e guasti meccanici. Solo un sopravvissuto, il quarantenne Vishwash Kumar Ramesh, ce l’ha fatta tra i 242 a bordo – 169 indiani, 53 britannici, 1 canadese e 7 portoghesi, più 12 dell’equipaggio – mentre il conteggio dei morti a terra resta un mistero. Le indagini sono partite, ma andiamo dritti al punto: chi diavolo ha permesso che questo ferro volante si trasformasse in una bomba? #DisastroAereo #IndiaTragedia #BoeingNightmare

Ora, tuffiamoci nei dettagli di questo caos alare che sta facendo impazzire i social. Il volo AI171 doveva essere una routine da Ahmedabad a Londra Gatwick, ma pochi istanti dopo il decollo, a soli 130 metri d’altezza, i segnali dell’aereo sono scomparsi come per magia, e dalle video virali si vede il bestione planare a 320 km/h verso il suolo, con una velocità verticale di 140 metri al minuto. Risultato? Un schianto su un ostello per studenti, un’esplosione da film d’azione e un fumo nero che ha oscurato il cielo per chilometri. Non è solo un incidente – è un warning gigante per l’aviazione globale, dove piloti e macchine giocano alla roulette russa.

Le cause? Ancora un enigma, ma andiamo con le ipotesi più piccanti, tratte da fonti non ufficiali che stanno già alimentando le teorie del complotto. Pare che i piloti abbiano urlato un mayday alla torre di controllo per una perdita di potenza su entrambi i motori – un disastro che ha fatto perdere portanza all’aereo, quella spinta magica sulle ali che lo tiene in aria. Abbiamo parlato con un pilota anonimo (perché nessuno vuole beccarsi guai), e lui ci ha detto chiaro e tondo: "Se i motori vanno a farsi benedire, è come guidare una Ferrari senza benzina". Intanto, aspettiamo il preliminary report per verità ufficiali, ma queste chiacchiere già puzzano di negligenza.

Parlando della rincorsa sulla pista, c’era chi blaterava che l’aereo non avesse spinto abbastanza, ma FlightRadar24 ha smentito: ha coperto tutti i 3,5 km della pista 23, alzando un polverone epico al decollo. Traduzione? I motori potrebbero aver perso potenza all’ultimo secondo, lasciando l’aereo a sgambettare come un ubriaco. E il carrello? Era ancora abbassato, aumentando l’attrito e rendendo impossibile guadagnare quota – i piloti dovevano aver capito che il gioco era perso e avevano priorità più urgenti che non il solito balletto aereo.

Poi ci sono i flap, quelle parti mobili sulle ali che dovrebbero essere estesi per decollo. Dal video (pessima qualità, per carità), sembrano retratti, e se è vero, beh, è come volare con le ali legate. Potrebbe essere un errore umano o un guasto tecnico che ha fatto perdere portanza all’improvviso, mandando tutto a rotoli. Ma non contiamo i polli: senza conferme, resta speculazione pura.

E cosa potrebbe aver causato quella perdita di potenza sui motori? Parliamo di bird strike – immaginate uccelli kamikaze che si infilano nei motori, come nel celebre caso del Volo US Airways 1549 atterrato nell’Hudson nel 2009 – o fuel contamination, dove il carburante è contaminato da schifezze che riducono le prestazioni. I motori sono indipendenti, quindi una doppio guasto è raro, ma qui in India, con questo macello, niente è impossibile. Ripetiamo: non è confermato, ma se è così, qualcuno dovrebbe rispondere per queste lacune da terzo mondo. Aspettatevi aggiornamenti quando avremo il report ufficiale – intanto, tenetevi forte, perché l’aria è piena di domande!

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