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Le chat private degli utenti vengono rese pubbliche da Meta AI in caso di condivisione, con un semplice trucco per bloccarlo

Un scandalo digitale sta scuotendo il web: Meta AI, l’AI che promette di essere il tuo confidente virtuale, si è trasformata in una cassa di per i segreti più imbarazzanti degli utenti. Immaginate di condividere per sbaglio i vostri drammi medici o le vostre fantasie piccanti con il mondo intero – perché, indovinate un po’, quel pulsantone "Condividi" non è solo un invito innocuo, ma un biglietto per l’esposizione pubblica. E mentre Meta giura che è tutto sotto controllo, gli avvertono: questa non è privacy, è un disastro in attesa di viralità.

Avete mai pensato che la vostra chiacchierata con un’AI potesse finire virale? Beh, con Meta AI è proprio così! Utenti stanno condividendo accidentalmente dati sanitari, fiscali e persino confessioni intime tramite la sezione "Scopri ed esplorare come gli altri utilizzano l’AI", rendendoli visibili a . È un vero casino, con nomi utente e foto profilo che tradiscono l’anonimità. #MetaAIPrivacyFallita #DatiInPericolo #AIScandalo

Ma andiamo al sodo: non è che Meta AI sputi fuori i vostri segreti automaticamente – dovete premere quel dannato pulsante di condivisione. Eppure, con un design che sembra più una trappola da social che un’AI seria, è fin troppo facile scivolare nell’errore. Esperti di sicurezza come Rachel Tobac di Social Proof Security lo chiamano un "enorme problema", e hanno ragione: "Se le aspettative degli utenti sul funzionamento di uno strumento non corrispondono alla realtà, si crea un enorme problema di esperienza utente e di sicurezza." Risultato? Gente che espone problemi di genere, questioni sessuali o persino trucchi per i compiti a scuola, tutto esposto come in una vetrina di errori umani.

E non finisce qui. Secondo la BBC e altri, queste chat non solo volano nel feed pubblico, ma portano con sé indizi che vi smascherano, collegando tutto al vostro profilo su Facebook o Instagram. Meta si difende dicendo che le conversazioni sono private di default e che c’è un avviso prima di condividere – ma dai, chi legge quelle robe? È come mettere un’etichetta "Attenzione: potrebbe essere stupido" su una gratis. Intanto, esperti come Calli Schroeder dell’Electronic Privacy Information Center tagliano corto: "Nessuno di noi sa veramente come vengono utilizzate tutte queste informazioni. L’unica cosa che sappiamo per certo è che non rimangono tra te e l’app. Vengono condivise con altre persone, almeno con Meta." [Commento: Tipico di Big Tech, promettono privacy e vi rifilano un’esposizione gratuita – svegliatevi, gente!]

Quindi, se usate Meta AI per le vostre domande o per generare immagini (ok, non in Europa, ma vabbè), fate attenzione a quel pulsante "Condividi". Non fatevi fregare dall’interfaccia amichevole: una mossa sbagliata e i vostri dati sensibili diventano lo spettacolo del giorno. Meglio giocare sul sicuro e tenere i segreti lontano da queste AI finte amiche.

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