Svelato il vero Casanova: un genio libertino, evaso e scavezzacollo che ha scandalizzato l’Europa! Da Venezia al jet set del Settecento, questo seduttore leggendario non era solo un dongiovanni, ma un intellettuale ribelle con un debole per l’occulto e le donne. Evase da prigione, spiazzò papi e re con il suo fascino irriverente. “libertino”? Oh, molto di più! #Casanova #StoriaScandalosa #SeduzioneVirale
Giacomo Casanova, nato a Venezia nel 1725 e morto nel 1798, è etichettato come il re dei playboy, ma ridurre questo furfante a un semplice dongiovanni è un insulto alla sua vita epica. Era un intellettuale sfaccendato, che saltava tra studi di diritto, musica, traduzioni dell’Iliade e ossessioni per l’occulto, la scienza e le arti – roba che oggi lo farebbe finire su TikTok come influencer del caos. Viaggiatore incallito e spirito libero, si è mescolato con sovrani, papi e filosofi, dipingendo nelle sue memorie un’Europa del Settecento piena di intrighi e vizi, come un reality show ante litteram.
I primi anni di Giacomo Casanova: studi e guai a Venezia
Il 2 aprile 1725, in una famiglia di attori benestanti ma senza un briciolo di nobiltà, nacque a Venezia questo piccolo diavolo, che perse presto il padre e crebbe in solitudine. Protetto dai Grimani (o forse da una nonna o una maga di Murano – chi lo sa?), la sua infanzia lo catapultò nell’occultismo, che divenne il suo giocattolo preferito. A soli nove anni, venne spedito a Padova per ingozzarsi di lettere, filosofia, greco, matematica e musica – un bambino prodigio che avrebbe fatto invidia a qualsiasi genitore ambizioso, ma con un twist peccaminoso.
A diciotto anni, trasformato in abate, Casanova tornò a Venezia e si infilò nei salotti più snob, grazie al suo cervello da urlo e al titolo finto-chic. Fece amicizia con il nobile Pietro Zaguri, scambiandosi lettere piene di chiacchiere su politica, società e intrighi personali – roba da soap opera. Studiando diritto, lavorò per avvocati e notai, viaggiò per l’Europa, imparò un sacco di lingue e si unì alla massoneria nel 1750 a Lione, in una loggia che doveva essere un nido di segreti succosi.
L’accusa di libertinaggio, la prigione e la fuga dalle segrete di Piombi
Proprio nei suoi viaggi che lo resero famoso come “libertino”, le sue avventure amorose – definite immorali e pericolose – gli costarono care. Nel 1755, gli inquisitori di Venezia lo sbatterono in gattabuia a Palazzo Ducale, nelle tetre segrete di Piombi, per cinque anni di pena. Ma ecco l’epico colpo di scena: nel luglio 1756, Casanova evase con l’aiuto del compagno di cella, Padre Marino Balbi, e scappò all’estero come un fuorilegge sexy, girando per l’Italia e l’Europa prima di tornare a Venezia dopo ben 18 anni – un’evasione che oggi farebbe impazzire Netflix.
Le conoscenze illustri e gli ultimi anni di Casanova
Tra le sue conquiste? Mozart, Voltaire, Benjamin Franklin, Papa Clemente XIII e persino la zarina Caterina di Russia – un network da far invidia a un CEO moderno. Il suo carisma e la sua cultura lo rendevano irresistibile, con storie che affascinavano tutti, relazioni con donne aristocratiche, intrighi galanti e un sacco di figli illegittimi che lo incoronarono come il Casanova per eccellenza, scandalizzando l’epoca con la sua audacia. Nel 1774 ottenne l’indulto e tornò a Venezia, provando a fare la spia per gli inquisitori – ma era troppo appariscente, un disastro comico. L’affronto finale ai Grimani, proclamandosi loro figlio illegittimo in un libello, gli costò l’esilio definitivo nel 1783. Finì i suoi giorni tra Vienna e la Boemia, come bibliotecario del conte Waldstein, restando un enigma anche dopo la morte – la sua vera tomba è sparita, lasciandoci con un’eredità di scandali e misteri.