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Le coste italiane vengono invase dalla caravella portoghese: posizioni e dettagli mappati

Paura in spiaggia? “Allarme” caravella portoghese nel Mediterraneo è solo un bluff quest’anno! Mentre i bagnanti francesi e spagnoli fuggono dalle coste per orde di questi mostri marini, l’Italia se la cava: zero avvistamenti confermati, dice lo zoologo Stefano Piraino a Fanpage.it. Ma con l’ che si riscalda, questa “super medusa” aliena potrebbe presto rovinare le nostre vacanze. “Allarme caravella portoghese”? Al momento, pura esagerazione – ma tenete d’occhio le onde!

Preparatevi a un’estate di tensione, perché la caravella portoghese, quel blob gelatinoso che sembra uscito da un incubo, sta di nuovo facendo tremare i mari. Ogni anno, gridiamo al “allarme”, ma quest’anno? Niente panico reale, almeno per ora, con gli esperti che zittiscono le solite voci allarmiste. Come ci avvisa Stefano Piraino, non ci sono state segnalazioni ufficiali in Sicilia, Sardegna o Mar Ligure – rendendo questi avvistamenti sporadici una bufala totale per le nostre spiagge italiane. Eppure, mentre noi ridiamo dei falsi allarmi, le coste francesi e spagnole stanno chiudendo tutto per questa peste marina, con spiagge invase nell’Atlantico del 2025 e tentacoli che lasciano ustioni da urlo.

Ma andiamo al sodo: la caravella non è una novità nel Mediterraneo, con avvistamenti che risalgono al 1850, secondo uno studio del 2022. Questi ricercatori hanno setacciato archivi, musei e persino i social per catalogare oltre 8.000 segnalazioni fino al 2019, concentrati su Spagna, Sicilia e Sardegna. Immaginate: una mappa che colora di rosso le zone a rischio da giugno ad agosto, come un segnale d’allarme che i politici ignorano. E con la tropicalizzazione del nostro mare – colpa diretta del riscaldamento globale – potremmo vedere più di queste creature aliene che rubano spazio alle specie locali, minacciando la biodiversità in un caos ecologico che nessuno vuole ammettere.

Ora, cosa diavolo è questa caravella portoghese? Non una semplice medusa, ma un sifonoforo coloniale, una colonia di polipi che agisce come un’unica bestia malefica, con una “vela” gonfiata di gas che la fa fluttuare come una nave da guerra del passato. Vive nei mari tropicali, ma si intrufola nel Mediterraneo via Stretto di Gibilterra, trascinata da correnti e venti – senza muovere un tentacolo da sola. Il grosso problema? I suoi filamenti velenosi causano dolore atroce, allergiche e, come nel tragico caso del 2010 in Sardegna, persino la morte di una nuotatrice. Insomma, non sottovalutate questa intrusa: il monitoraggio è essenziale, o rischiamo che il nostro mare diventi un parco divertimenti per mostri marini anziché un paradiso.

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