A distanza di oltre un anno dal tragico incidente del batiscafo Titan, avvenuto il 18 giugno 2023, è stata pubblicata una dettagliata ricostruzione degli eventi. Durante un’udienza pubblica che si è svolta lunedì 16 settembre 2024, convocata dal Marine Board of Investigations della Guardia Costiera degli Stati Uniti, è emerso un video che chiarisce, tra le altre cose, la traiettoria di discesa del Titan e le ultime interazioni tra il batiscafo e la superficie, comunicate tramite concisi messaggi di testo. Molti articoli hanno riportato che l’ultimo messaggio trasmesso dal Titan fosse “all good here” (“qui tutto bene”), ma in realtà ciò non corrisponde alla verità. Sebbene quel messaggio sia stato effettivamente inviato, l’ultima comunicazione registrata da Titan è stata “dropped two wts” (“sganciati due pesi”), inviata alle ore 10:47, poco prima della perdita di contatto con la nave Polar Prince.
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Lo sviluppo delle comunicazioni e l’ultimo messaggio
L’inizio della discesa del Titan risale poco prima delle 9:20. Alle 9:52, la nave Polar Prince (PP) tentò di stabilire un contatto, chiedendo se il Titan potesse identificare la PP nel loro display. Dopo circa quindici minuti di silenzio e sei messaggi di sollecito, l’equipaggio rispose finalmente affermativamente. In seguito a questa comunicazione, qualcuno dall’interno del Titan scrisse “all good here“. Non si conosce con certezza chi abbia inviato quel messaggio, ma si suppone che le iniziali “ph” possano appartenere a Paul-Henri Nargeolet, una delle vittime del disastro.
Successivamente, il Titan continuò a ricevere richieste di aggiornamento sulla profondità da parte della PP. Fu anche ricordato all’equipaggio di rilasciare un dispositivo di campionamento delle acque, noto come bottiglia di Niskin. Tuttavia, il Titan rispose che non l’aveva fatto perché il dispositivo non era pulito. Come già menzionato, l’ultima comunicazione registrata è stata correlata allo sgancio di due pesi, avvenuto alle 10:47, pochi attimi prima dell’implosione.
Rivelazioni sull’udienza e i problemi di sicurezza del Titan
Le dichiarazioni dei testimoni hanno fornito informazioni preziose alla Guardia Costiera per indagare sull’incidente. È stato rivelato che non era stato selezionato un vascello adeguato per il trasporto del Titan a causa dei costi elevati del noleggio. In ultima analisi, fu scelta la Polar Prince, una nave di ricerca canadese che non aveva abbastanza spazio per imbarcare il batiscafo, costringendo così il Titan a essere “trascinato” fino al punto di immersione.
Inoltre, è emerso che i dipendenti operavano sotto una forte pressione aziendale per rispettare le scadenze di immersione, e che, in diverse occasioni, il mezzo non era tecnicamente pronto per le immersioni. Questo è stato confermato da Tony Nissen, ex-ingegnere capo di OceanGate (l’azienda dietro al Titan), che rivelò di essersi rifiutato di salire a bordo per timore di possibili danni durante le immersioni. Nel corso dell’udienza sono stati riportati diversi problemi di sicurezza: Nissen ha dichiarato di essere stato licenziato da OceanGate dopo aver espresso preoccupazioni circa la sicurezza del batiscafo. Complessivamente, il Titan ha presentato ben 118 problemi di sicurezza nei due anni precedenti all’incidente, 70 nel 2021 e 48 nel 2022. Durante una tempesta avvenuta il 25 maggio 2023, meno di un mese prima dell’implosione, il Titan ha subito danni, con conseguente rilevazione di 13 problemi di sicurezza aggiuntivi.