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Le lunghe battaglie legali legate all’incidente della Thyssenkrupp di Torino

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, un incendio devastante ha colpito l’acciaieria Thyssenkrupp di Torino, provocando la morte di sette operai. Questo tragico evento è considerato uno dei più gravi disastri sul lavoro degli ultimi anni. L’incidente è stato attribuito principalmente all’negligenza e alla mancanza di investimenti in sicurezza, legati alla pianificazione della chiusura progressiva dello stabilimento, il quale, nonostante fosse destinato alla dismissione, era ancora operante. Dopo un complesso iter processuale, le responsabilità interne all’azienda sono state chiarite solo anni dopo, con la condanna di alcuni dei dirigenti coinvolti nel 2015 e l’arresto dell’amministratore delegato Harald Espenhahn, avvenuto nel 2023.

Situazione dello stabilimento

Attualmente, l’ex stabilimento Thyssenkrupp di Torino è in gestione ad Arvedi Ast, che ha avviato un processo di bonifica dell’area. Nonostante i lavori effettuati per migliorare la sicurezza e ridurre l’inquinamento, il sito rimane contaminato da cromo esavalente, noto per le sue proprietà cancerogene. In risposta a questa situazione, il Consiglio Comunale ha approvato un progetto per trasformare la zona in un parco pubblico, con l’obiettivo di riqualificare l’area e migliorare l’ambiente circostante.

I dettagli dell’incidente

L’incendio si è sviluppato nell’area di ricottura e decapaggio dei nastri in acciaio, un processo cruciale nella lavorazione del materiale. La linea di produzione era stata interrotta per manutenzione e le operazioni erano gestite manualmente. Durante la ripresa delle attività, un controllo automatico, essenziale per prevenire il contatto dei nastri con il metallo, era stato disattivato. La presenza di materiali infiammabili come olio e carta ha facilitato l’innesco di un incendio che ha portato a un’esplosione di fiamme note come “flash fire”. Gli operai, pur cercando di spegnere il fuoco, non hanno potuto evitare il disastro, che ha causato la morte, in seguito, di sei di loro.

Processo e conseguenze legali

La tragedia ha suscitato una forte reazione nell’opinione pubblica, evidenziando le problematiche legate alla sicurezza sul lavoro. Un’indagine ha portato a un lungo processo che ha visto variare le accuse iniziali di omicidio volontario a omicidio colposo. Solo nel 2015, dopo un lungo iter giudiziario, alcune condanne sono state emesse nei confronti di dirigenti dell’azienda. Per quanto riguarda i dirigenti stranieri, come Espenhahn, la condanna ha richiesto ulteriori passaggi a livello internazionale, culminando nel suo arresto nel 2023.

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