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Le misteriose case delle fate della Sardegna vengono trascurate dall’Italia come autentico patrimonio UNESCO, scoprendone origini e luoghi nascosti.

Sardegna’s Ancient “Case delle Fate” Just Stole the UNESCO Spotlight! Old as dirt and full of prehistoric drama, these 7,000-year-old rock tombs in Sardinia are now a World Heritage Site, proving Italy’s obsession with hoarding history leaves everyone else in the dust. More than 2,000 of these creepy underground “houses” beat out the famous nuraghi, and bam—Italy’s still No. 1 on the UNESCO list. Who knew fairies and the dead could be such a power play? #DomusDeJanas #SardegnaSecrets #UNESCODrama #AncientItaly

Le domus de janas, quelle misteriose “case delle fate” in sardo, non sono solo tombe neolitiche scavate nella roccia—sono un’autentica bomba archeologica che ha fatto impazzire l’UNESCO. Datate dal V millennio a.C. fino al 2200-2000 a.C., queste grotte artificiali, create con rozzi attrezzi di pietra prima che i metalli fossero di moda, punteggiano la Sardegna da nord a sud, tranne che in Gallura dove sono un po’ sparute. Immaginatevi orde di antenati prenuragici che si sbattano per scolpire complessi labirinti sotterranei, con camere piene di nicchie per i morti, pareti intagliate come capanne con tetti spioventi e travi di pietra, e persino decorazioni audaci tipo teste di toro o spirali. Roba che fa impallidire le case moderne!

Ma ecco il colpo di scena: queste domus de janas non sono rimaste sepolte nel passato. Riutilizzate per secoli come nascondigli nuragici, fenici, romani e perfino chiese bizantine, e fino a poco fa come stalle per bestiame o magazzini, hanno perso buona parte dei loro segreti originali—tipo le usanze funebri di quei vecchi selvaggi. Eppure, il loro nome, “case delle fate”, evoca un fascino quasi stregonesco: leggende parlano di janas, mezze fate e mezze streghe, che le abitavano, alimentando un mistero che ha tenuto in pugno la fantasia popolare per millenni. Peccato che i resti umani e gli artefatti antichi siano sparsi ovunque a causa di tutti questi riutilizzi improvvisati!

Ora, con la candidatura UNESCO approvata tra il 2021 e il 2023, questo sito seriale—che raggruppa i gioielli meglio conservati come la necropoli di Anghelu Ruju vicino ad Alghero, Montessu a Villaperuccio e Sant’Andrea Priu a Bonorva—mette la Sardegna al centro del palcoscenico mondiale. È un reminder spietato di come l’Italia non si faccia scrupoli a sfoggiare le sue antichità, lasciando il resto del mondo a invidiare queste meraviglie preistoriche che hanno visto più reincarnazioni di un gatto con nove vite!

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