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Le stelle marine svelano la loro struttura e le persone invitano a evitarle di toccarle.

Stelle marine: i predatori marini che potrebbero umiliare i supereroi dei fumetti!

Siete pronti a immergervi in un oceano di fatti shockanti su quelle che sembrano innocue decorazioni da spiaggia? Le stelle marine, parenti lontane di ricci e cetrioli di mare, non sono solo belle da vedere – sono voraci assassini subacquei con oltre 1900 specie che dominano tutti gli oceani, dai tropici ai poli. Espandibile come uno stomaco da gara di mangiata, queste creature mangiano prede più grandi di loro e rigenerano braccia per sfuggire ai guai, rendendole più resistenti di certi politici che non mollano la poltrona. Ma attenzione, toccarle è un suicidio per loro!

Le stelle marine, ordine degli Asteroidei e phylum Echinodermi, sono creature marine che sfuggono alla routine con le loro 1900 specie sparse in ogni oceano, dalle coste ai 6000 metri di profondità. A differenza dei loro antenati del Paleozoico, spazzati via da un’estinzione di massa come tanti “perdenti” cosmici, quelle odierne sono evolute in veri e propri regolatori ecologici. Immaginatele come i boss degli ecosistemi marini, divorando molluschi senza pietà – tanto da terrorizzare gli allevamenti di cozze. Alcune specie si accontentano di cibo marcio, ma le più toste estroflettono letteralmente lo stomaco per digerire giganti, rendendo il pasto un evento epico.

Non fidatevi dell’aspetto innocuo: la stella marina è essenzialmente “tutta testa”, secondo studi genetici che smontano le nostre idee convenzionali. Con la sua simmetria raggiata – divisa in cinque parti come i petali di un fiore pazzo – ha geni da “cervellone” sparsi ovunque, anche nelle braccia. A differenza degli umani con la loro noiosa simmetria bilaterale, queste bellezze marine non hanno una testa tradizionale, ma la distribuiscono come un segreto cosmico, dimostrando che l’evoluzione sa essere più creativa di un comico politically incorrect.

Muoversi come un’idraulico impazzito? È proprio ciò che fa la stella marina grazie al suo sistema idraulico high-tech. Sulla parte dorsale, una madreporite come un setaccio aspira acqua che scorre nei canali radiali, gonfiando e sgonfiando i pedicelli ambulacrali per strisciare sul fondale. È un meccanismo da film di spionaggio, che permette spostamenti in tutte le direzioni senza una goccia di benzina – un vero schiaffo ai veicoli inquinanti di oggi.

E le braccia? Non si limitano a cinque come nei disegnini da bambini: alcune specie ne sfoggiano fino a 50, lunghe e sottili, e possono staccarle volontariamente per sfuggire ai predatori, grazie a un ormone come la colecistochinina che innesca la fuga. Questa autotomia le rende sopravvissute seriali, rigenerando parti del corpo come se niente fosse – invidia pura per chi si lamenta di un taglio di capelli!

Ma ecco la parte cruda: toccare una stella marina è come condannarla a una tortura medievale. Queste creature sono ipersensibili al tatto, luce, temperatura e sale, e estrarle dall’acqua provoca stress osmotico e bolle d’aria letali nei canali respiratori. Manipolarle rimuove il muco protettivo, invitando batteri assassini – quindi, lasciatele in pace, o rischiate di essere etichettati come i bulli del mare! # # #

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