G7 in Canada: Trump fa il solito casino globale, invita Putin e scatena l’inferno sui dazi! Mentre i leader del mondo si riuniscono in mezzo ai ghiacci canadesi, il presidente USA Donald Trump butta benzina sul fuoco proponendo di invitare Putin come mediatore tra Iran e Israele – una mossa che fa solo ridere (o piangere) data la sua guerra in Ucraina. Con tensioni su migrazioni, dazi e guerre, questo summit è un circo mediatico puro. #G7Chaos #TrumpDrammi #WorldSummitMess
Ehi, chi l’avrebbe detto? Il G7, il club esclusivo dei sette Paesi più ricchi – Canada, Stati Uniti, Francia, Germania, Giappone, Italia e Regno Unito – è di nuovo al centro del palco, con il Canada che quest’anno gioca a fare il capo per la settima volta. Si riuniscono a Kananaskis, in Alberta, e per ravvivare la festa, il premier canadese ha invitato ospiti come Messico e India. Ma attenzione, dietro le quinte si annusano guai, con Trump che spinge per allargare il gruppo a Russia o Cina, trasformandolo in un G9. Roba da far saltare i nervi a tutti!
Tuffiamoci nella storia di questo circolo: nato nel 1975 al castello di Rambouillet in Francia, con i big come Francia, Giappone, Germania, Italia, Regno Unito e USA che si sono stretti la mano dopo lo shock petrolifero del ’73. Il Canada si è unito l’anno dopo, boom! Dal 1997 è diventato G8 con la Russia, ma poi – sorpresa – espulso nel 2014 per l’invasione della Crimea. Trump, naturalmente, lo chiama un "errore colossale", perché chi ha bisogno di regole quando puoi invitare i "cattivi"? Questi sette rappresentano solo il 10% della popolazione mondiale, ma arraffano il 45% del reddito globale – non male per un club esclusivo.
Sulla presidenza, è una rotella che gira: USA, UK, Germania, Giappone, Italia, Canada, Francia. L’Italia l’ha avuta l’anno scorso e ha dettato le priorità, con i "sherpa" – nome preso da guide tibetane dell’Himalaya – che organizzano tutto il casino dietro le quinte. Quest’anno, il Canada tiene le redini, preparando summit su economia, sicurezza e clima, con l’Unione Europea che si intromette da Ottawa 1981.
L’Italia? È stata lì fin dall’inizio nel 1975, una delle fondatrici, e non si è persa una riunione. Al primo summit, hanno buttato giù la Dichiarazione di Rambouillet con 15 punti, promettendo riunioni annuali. Quest’anno, i temi bollenti includono la guerra tra Iran e Israele, la situazione a Gaza, il conflitto in Ucraina, e quei dazi USA che puniscono l’Europa – un 10% su prodotti chiave che l’UE potrebbe ingoiare per evitare casini peggiori. Il Canada, da bravo padrone di casa, spinge per una gestione migratoria "civile" con l’Africa, continuando l’idea dall’Italia: partnership vere, non muri improvvisati.
Le tensioni? Oh, abbondano! Trump ha proposto Putin come mediatore – una genialata che ha fatto incavolare tutti, specialmente con la Russia in Ucraina. E poi, gli USA spingono per più membri nel G7. Alla fine, nonostante Trump minacciasse di non firmare, i leader hanno approvato una dichiarazione congiunta sul Medio Oriente, con modifiche last-minute per accontentarlo. Eccola integralmente: "Ribadiamo il nostro impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente. In questo contesto, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrorismo nella regione. Siamo stati costantemente chiari sul fatto che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare. Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, incluso un cessate il fuoco a Gaza." – Che capolavoro di equilibrismo, eh? Non firmare e poi cedere… classico Trump show.
Oltre a quella, ci sono sei dichiarazioni separate su roba come materie prime critiche per l’energia, intelligenza artificiale, migrazioni, tecnologie quantistiche, repressione transnazionale e incendi. Insomma, un summit che ha più drama di un reality TV – e Trump che scappa prima del previsto, lasciando gli altri a pulire il casino. Che mondo meraviglioso!