Quando ci si innamora, il nostro cervello attiva una serie di reazioni biochimiche che portano a esperienze emotive intense. Queste reazioni sono alla base di sentimenti come l’eccitazione e l’ansia, manifestandosi attraverso diversi sintomi fisici, come la sudorazione delle mani, un battito cardiaco accelerato e una riduzione dell’appetito. In occasione di San Valentino, si analizzano scientificamente le fasi dell’innamoramento, come teorizzato dalla Dr. Helen Fisher, e le molecole coinvolte in questo complesso fenomeno.
Fase 1: il desiderio
La prima fase dell’innamoramento è caratterizzata dal desiderio sessuale. In questa fase, si avverte un forte impulso di intimità con la persona di interesse, un fenomeno che ha radici evolutive legate alla riproduzione e alla sopravvivenza della specie. Gli ormoni sessuali, come testosterone ed estrogeni, insieme alla dopamina, sono i principali responsabili del forte desiderio presente in questa fase. La dopamina, in particolare, contribuisce a generare sensazioni di euforia e felicità.
Fase 2: l’attrazione
La seconda fase si manifesta attraverso un’attrazione intensa. In questo stadio, il pensiero verso l’altro diventa costante e quasi involontario. Ciò può comportare la perdita di appetito e una marcata distrazione. L’attrazione si intensifica ulteriormente al semplice contatto con odori o suoni associati alla persona amata. I principali neurotrasmettitori coinvolti sono dopamina, noradrenalina e feniletilamina, mentre la serotonina si riduce. Questa alterazione può portare a comportamenti ossessivi e a una focalizzazione eccessiva sui pregi del partner, trascurando gli aspetti negativi.
La molecola della dopamina
Fase 3: il legame
La terza fase è definita fase del legame o attaccamento. Qui, le molecole che stimolano l’eccitazione iniziano a calare, mentre aumenta la produzione di ossitocina e vasopressina. Tali sostanze chimiche favoriscono il desiderio di vicinanza fisica, cura reciproca e protezione. Questa fase segna un passaggio da un amore impulsivo e irrazionale a un amore più maturo e profondo, caratterizzato dalla volontà di costruire una relazione duratura.
Ossitocina
In conclusione, l’innamoramento non è solamente un’esperienza emotiva ma un fenomeno complesso che coinvolge una serie di reazioni chimiche nel cervello, supportando l’idea che espressioni come “c’è chimica tra noi” o “ho le farfalle nello stomaco” abbiano una base scientifica. Questa analisi si basa sul modello teorizzato dalla Dr. Helen Fisher, sebbene esistano molte altre teorie sui meccanismi dell’innamoramento che variano da persona a persona.