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L’eruzione vulcanica più potente mai vista sulla luna Io di Giove è stata osservata dalla sonda Juno

Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

Il 27 dicembre 2024, la sonda Juno della NASA ha compiuto un sorvolo ravvicinato della luna Io di Giove, registrando l’eruzione vulcanica extra-terrestre più intensa mai osservata. Questa eruzione, un vasto complesso di attività vulcanica, si estende su una superficie pari a quella del Nord Italia e genera una quantità di energia equivalente a quella di tutte le centrali elettriche del mondo messe insieme. Da segnalare è la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ha fornito lo strumento JIRAM (Jovian Infrared Auroral Mapper) utilizzato per identificare questo hotspot vulcanico. Il sistema recentemente scoperto supera il precedente record stabilito dal sistema di Loki Patera, un lago di lava con un’area di 20.000 chilometri quadrati. Juno prevede di effettuare un nuovo sorvolo il 3 marzo per raccogliere ulteriori dati sulla zona, supportati da osservazioni ad alta risoluzione tramite telescopi terrestri.

Osservazioni della sonda Juno

La missione Juno della NASA ha come obiettivo principale lo studio dell’origine e dell’evoluzione di Giove. Dopo aver fornito informazioni dettagliate sulle lune Ganimede ed Europa, Juno ha focalizzato la sua attenzione su Io, la luna più vulcanica del Sistema Solare. Negli ultimi dodici mesi, la sonda ha effettuato tre sorvoli ravvicinati della superficie di Io, avvicinandosi fino a 1.500 chilometri dalla superficie. Durante l’ultimo sorvolo, Juno ha raggiunto una distanza di 74.400 chilometri, concentrando la sua strumentazione sull’emisfero meridionale della luna.

Immagine L’immagine ripresa dal rilevatore infrarosso JIRAM mostra l’hotspot vulcanico nell’emisfero meridionale di Io. Credits: NASA/JPL–Caltech/SwRI/ASI/INAF/JIRAM

Utilizzando lo strumento infrarosso JIRAM, gli scienziati hanno rilevato un’emissione termica dalla luna così intensa da saturare il rilevatore, simile a un’immagine sovraesposta quale può succedere quando si fotografa il Sole. Questa emissione è attribuita a un gigantesco hotspot vulcanico, una zona di correnti ascensionali in grado di portare il magma in superficie, generando così manifestazioni vulcaniche corrispondenti. L’eruzione vulcanica ha una portata che rappresenta la più potente registrata nel Sistema Solare, risultante da un complesso di hotspot attivi che emettono contemporaneamente, suggerendo la presenza di un vasto sistema di camere magmatiche sotterranee. L’estensione dell’eruzione è di circa 100.000 chilometri quadrati ed emette 80.000 miliardi di Watt, equivalente al potere di tutte le centrali elettriche della Terra unite.

Immagine L’immagine mostra il confronto di tre immagini ottiche ottenute dalla Junocam, prima e dopo l’enorme eruzione vulcanica, segnata con una freccia viola nella foto. Credits: NASA/JPL–Caltech/SwRI/MSSS Image processing by Jason Perry.

Il JIRAM è progettato per captare la luce infrarossa, non visibile all’occhio umano. Tuttavia, Juno è anche equipaggiata con la Junocam, una camera capace di registrare immagini ottiche. Grazie a questa strumentazione, gli scienziati hanno potuto confrontare le caratteristiche della superficie di Io prima e dopo l’eruzione vulcanica. Le immagini, sebbene a bassa risoluzione, mostrano chiaramente i cambiamenti avvenuti sulla superficie, in particolare per quanto concerne i colori. L’eruzione ha prodotto segni durevoli come depositi piroclastici, colate laviche e depositi vulcanici ricchi di zolfo e anidride solforosa.

Caratteristiche di Io

Io è riconosciuta come la luna più vulcanica del Sistema Solare, e la sua intensa attività vulcanica è direttamente correlata alla sua orbita attorno a Giove. La luna compie un’orbita ellittica attorno al gigante gassoso ogni 42,5 ore, subendo significative variazioni delle forze gravitazionali. Queste forze di marea sono così forti da deformare la luna, generando un’enorme energia attraverso l’attrito che fonde le strutture interne, dando vita a un continuo flusso di pennacchi di lava e cenere da circa 400 vulcani attivi sulla sua superficie.

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