Origini dell’anomalia: lo sviluppo embrionale e la persistenza dei capezzoli maschili
La presenza dei capezzoli nei maschi, seppur apparentemente inutile dal punto di vista evolutivo, trova la sua spiegazione nelle fasi precoci dello sviluppo embrionale degli esseri umani. Durante il periodo tra la quarta e la sesta settimana, quando i caratteri sessuali iniziano a formarsi, maschi e femmine si sviluppano inizialmente da un unico embrione. È durante questo processo che si formano le caratteristiche anatomiche di base comuni ad entrambi i sessi, inclusi i capezzoli. Anche se successivamente avviene la differenziazione sessuale grazie all’attivazione di specifici geni, come il gene SRY sul cromosoma Y, i capezzoli rimangono presenti negli uomini poiché il loro sviluppo è precedente a tale differenziazione.
La conservazione dei capezzoli maschili: una questione evolutiva
Resta irrisolta la domanda sulla persistenza dei capezzoli maschili nonostante la loro mancanza di utilità. L’evoluzione, guidata dalla selezione naturale, tende a favorire i tratti che conferiscono un vantaggio in termini di sopravvivenza e riproduzione, mentre elimina quelli che comportano svantaggi significativi. Nel caso dei capezzoli maschili, essi non rappresentano un ostacolo alla sopravvivenza, e quindi non vi è stata alcuna pressione selettiva abbastanza forte da promuoverne l’eliminazione nel corso del tempo.
Per ulteriori approfondimenti sull’argomento, si consiglia la lettura del seguente articolo: Perché gli uomini hanno i capezzoli se evolutivamente ai maschi non servono a nulla.