I frequenti e forti terremoti a Santorini, in Grecia, hanno raggiunto la magnitudo 5.2, provocando la dichiarazione dello stato di emergenza e costringendo migliaia di persone ad abbandonare l’isola. Le scosse sono legate ai movimenti tettonici lungo il margine tra la placca africana e la microplacca dell’Egeo. Santorini, un’isola vulcanica con una lunga storia eruttiva, presenta una particolare vulnerabilità a questi eventi. Recentemente non si sono registrate evidenze di un’eruzione imminente, ma la storia dell’isola include anche una delle più catastrofiche eruzioni, l’eruzione minoica, avvenuta nel 1613 a.C. L’ultima eruzione di Santorini risale al 1950; il vulcano è attualmente considerato quiescente, sebbene vi sia incertezza riguardo a quando si verificherà un ulteriore evento eruttivo.
Le prime fasi dell’attività vulcanica di Santorini
L’attività vulcanica di Santorini, situata nel Mar Egeo, è molto antica e comprende una serie di eruzioni effusive e esplosive. Le prime eruzioni, che risalgono a circa 2 milioni di anni fa, hanno avuto luogo sul fondo marino in prossimità della penisola di Akrotiri, nel sud dell’isola. Col tempo, i materiali emessi dall’ingresso dell’acqua hanno formato un’isola circa 700.000 anni fa. Gli studi recenti hanno identificato un’eruzione esplosiva sottomarina avvenuta circa 520.000 anni fa, dieci volte più potente rispetto a quella del 2022 di Hunga Tonga-Hunga Haʻapai. Circa 400.000 anni fa è emerso lo stratovulcano Peristeria nella parte settentrionale dell’isola. Successivamente, circa 350.000 anni fa, il vulcano a scudo Thera si è sviluppato al centro dell’attuale caldera, unendo le varie isole vulcaniche in un’unica isola.
La penisola di Akrotiri. Credit: Moonik, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons
I due cicli eruttivi principali di Santorini
Tra 300.000 e 180.000 anni fa, il vulcano Thera ha generato un ciclo di eruzioni esplosive, culminanti nella formazione di una prima caldera. Un secondo ciclo eruttivo, che si è verificato tra 180.000 anni fa e il 1600 a.C., ha incluso almeno sette eruzioni principali che hanno causato la crescita di vulcani a scudo, tra cui quello di Skaros e Therasia. Tali eruzioni hanno ripetutamente danneggiato il vulcano a scudo Thera. Circa 25.000 anni fa, l’esplosione del vulcano di Capo Riva ha modificato la conformazione dell’isola e ha portato alla formazione di una nuova caldera.
Il secondo ciclo eruttivo culminò nel 1613 a.C. con l’eruzione minoica, caratterizzata da un’eruzione catastrofica di tipo pliniano che emise circa 60 km³ di materiali piroclastici. Questo evento, con un indice di esplosività vulcanica (VEI) di 7, ha comportato il sprofondamento di un quarto della superficie dell’isola e la distruzione dell’insediamento minoico di Akrotiri. La caduta dei materiali in mare ha inoltre scatenato uno tsunami con onde alte oltre 20 metri, che ha colpito le coste di Creta, situata a oltre 100 km di distanza.
A Santorini si trovano grandi spessori di materiali rocciosi depositati durante l’eruzione minoica.
L’attività di Santorini in epoca storica
Dopo l’eruzione minoica, l’attività vulcanica ha portato alla formazione delle isole Palea Kameni e Nea Kameni, rispettivamente intorno al 197 a.C. e verso il 1707 d.C. Al di fuori della caldera è emerso anche il vulcano sottomarino Kolumbo. Le eruzioni di rilevanza storica includono quelle di Palea Kameni nel 46 a.C. e del 726, e quelle di Nea Kameni che si sono verificate tra il 1570 e il 1950. L’ultima eruzione, avvenuta nel 1950, ha avuto un’intensità relativamente modesta e ha generato una piccola cupola di lava piatta. Nel tempo, tali attività eruttive hanno accresciuto notevolmente le dimensioni di Nea Kameni. Attualmente, Santorini è una complessa formazione vulcanica a forma di mezzaluna intorno a una grande caldera, comprendente le isole di Thira, Thirasia e Aspronisi.
Immagine satellitare di Santorini.