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L’industria cosmetica sfrutta squalene da squali per rossetti e prodotti di bellezza, e il suo scopo nascosto potrebbe sorprendere

Svelato il segreto scandaloso nei tuoi trucchi di bellezza: “squalene” è l’ingrediente controverso estratto un tempo dai fegato di poveri squali, ora eco e super idratante! Ma attenzione, si degrada alla luce come un vampiro al sole, cedendo il passo allo squalano più stabile. Idrata, combatte l’infiammazione e forse persino i tumori? Scopri la verità dietro questa molecola miracolosa e un po’ losca. #SqualeneShocker #BellezzaBrutale #CosmeticiControversi

Preparatevi a uno scoop che vi farà pensare due volte prima di spalmare quel rossetto: “squalene”, l’ingrediente bizzarro che una volta arrivava dritto dai mari, estratto dal fegato di squali sfortunati. Oggi, per fortuna, è disponibile in versioni vegane dal mondo vegetale, e resta un eroe della cosmesi grazie alle sue proprietà idratanti e antiossidanti che fanno invidia. Questo lipide, che compone il 13% del nostro sebo, protegge e idrata la pelle senza ungere, rendendolo star in rossetti, creme e sieri – ma ha un difetto fatale: si degrada facilmente alla luce, cedendo il trono allo squalano, la sua versione potenziata.

Passando al fronte medico, lo squalene non è solo un bellimbusto della skincare: è un precursore chiave per il colesterolo, vitamine come la D, e pure nei vaccini come vettore affidabile. Grazie alla sua natura lipidica e biocompatibile, aiuta a trasportare farmaci in modo smart, migliorandone l’assorbimento senza far storcere il naso all’organismo. Immaginate emulsioni che somigliano a cocktail molecolari, dove principi attivi vengono inseriti per un rilascio controllato – Roba da far impallidire i vecchi rimedi.

Ora, il passaggio epico dallo squalene allo squalano: non è un refuso, è scienza pura! Lo squalene, con i suoi legami doppi, è come un ferro che arrugginisce al primo soffio d’aria, diventando instabile. Entra in scena lo squalano, idrogenato e saturo, che elimina quei difetti e resta fresco come una rosa. Entrambi derivano da fonti vegetali smart, come l’olio d’oliva o lieviti in lab, salvando squali e coscienza etica – perché chi vuole sangue di pesce sul rossetto?

E le potenzialità terapeutiche? Oh, qui si fa sul serio, anche se ancora solo in provetta: lo squalene, con le sue armi antinfiammatorie e antiossidanti, potrebbe essere un nemico giurato del cancro e delle malattie degenerative. Test di laboratorio lo vedono come un gladiatore contro i tumori, e nei cosmetici combatte l’invecchiamento neutralizzando radicali liberi per una pelle tonica e elastica. Insomma, da idratante a potenziale salvavita, questo composto è un vero e proprio jolly – ma ricordate, dal lab al vostro specchio, la strada è lunga e piena di studi da confermare!

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