L’Italia travolta dal caldo estremo a causa dei cambiamenti climatici, con dati Ispra dal 1961 al 2024 che espongono l’impatto accumulato

in Ebollizione: Il Caldo Africano Ci Sta Cuocendo Vivi, Mentre i Negazionisti Si Arroventano!

L’Italia è sotto assedio da un’ondata di caldo africana che sta trasformando il Belpaese in una sauna tropicale, e riecco la solita guerra tra i nostalgici del clima e i realisti sudati: da una parte chi insiste con “D’estate ha sempre fatto caldo”, dall’altra chi piagnucola per “Le estati una volta erano più fresche”. Quei vecchi video meteo degli anni ’80 con temperature sotto i 30°C a luglio stanno impazzando sui social, ma attenzione, confrontare un’estate con quella di quarant’anni fa non serve a un fico secco – la del clima si basa su medie e trend a lungo termine, non su ricordi sfocati o meme virali. #CaldoInfernale #ItaliaBollente

E i dati ISPRA non mentono: dal 1961 al 2024, l’Italia sta vivendo un riscaldamento forsennato che sta tropicalizzando tutto, con indicatori che schizzano in alto come termometri impazziti. Prendete i “giorni estivi” – definiti come temperature massime sopra i 25°C – e guardate l’istogramma: rispetto alla media del 1991-2020, gli anni recenti mostrano un sacco di barre rosse, significando più giorni roventi del normale. Quel picco del 2003? Un incubo che si ripete, e non è un caso.

Passiamo alle “notti tropicali”, quelle notti dove il termometro non scende sotto i 20°C e ti lasciano fradicio come dopo una maratona. L’istogramma ISPRA urla chiaro: dall’inizio degli anni 2000, stiamo accumulando notti roventi ben sopra la media del 1991-2020, con un trend che sale come una febbre alta e non accenna a calare.

Poi ci sono i “giorni caldi”, dove le temperature massime superano il 90° percentile del periodo 1991-2020 – e indovinate? Nel 2024, siamo al 14,2% in più rispetto alla media, con barre rosse che dominano l’istogramma. È evidente: gli anni blu (sotto media) sono ormai rari, mentre il rosso infuocato prevale, segnalando un’esplosione di giornate che ti fanno rimpiangere l’aria condizionata.

E non dimentichiamo le “notti calde”, con temperature minime che tengono banco: l’istogramma mostra anomalie al rialzo per le minime notturne, confermando che anche di notte non c’è pace, con un aumento progressivo che rende ogni estate un inferno prolungato.

Infine, la durata dei periodi di caldo: non solo fa più caldo, ma le ondate durano di più, con temperature sopra soglia per almeno 6 giorni di fila. ISPRA lo dimostra con grafici che evidenziano periodi più lunghi e intensi rispetto alla media 1991-2020. E perché tutto questo? Tre ragioni schiette: il riscaldamento globale che alza la posta, il Mediterraneo che bolle come una zuppa, e dall’inizio degli anni ’90, l’anticiclone africano che ha scalzato quello delle Azzorre, portando ondate sub-tropicale che ci lasciano secchi. Non è fake news, è scienza – e fa un gran caldo!

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