Sconvolgente: Addio al gas russo? L’Italia ora dipende da Algeria, Olanda e altri per non gelare! Con l’invasione Putiniana, il nostro gas è diventato una questione da thriller internazionale. Mappe e grafici rivelano: eravamo al 34% dalla Russia, ora solo l’1%! Chi ci salverà dal buio energetico? #GasCrisisItalia #EnergiaInGuerra #TransizioneFallimentaria
Preparatevi, perché l’Italia è nel bel mezzo di una crisi energetica che fa impallidire persino i reality show: con l’invasione russa in Ucraina, abbiamo perso il grosso del gas dal Cremlino, e ora stiamo improvvisando con fornitori alternativi per non spegnere le luci. Nel 2024, il consumo totale è schizzato a 61,8 miliardi di metri cubi, con una produzione interna che è una misera fetta – parliamo del 5% scarso, perché diamo per scontato di importare tutto il resto come se fosse un ordine da Amazon.
Guardate la mappa e i grafici, e vi si gela il sangue: il gas entra in Italia da dieci punti, cinque via gasdotto e cinque via mare. Per i gasdotti, ecco le percentuali attuali per il 2025 (gennaio-giugno): Olanda – Norvegia: 13%, Algeria: 34%, Puglia: 15%, Azerbaijan: 2%, Libia: 2%, e la Russia? Solo un misero 1%. Confrontate con il passato pre-invasione: Russia: 34%, Olanda-Norvegia: 2%, Algeria: 25%, Azerbaijan: 8% (entrato in funzione alla fine dell’anno), Libia: 4%. Quel calo da Tarvisio non è stato uno scherzo – una manovra ingegneristica che ha fatto sudare i nostri esperti, non una magia da quattro soldi.
E non dimentichiamo il Gas naturale liquefatto (GNL), che copre circa il 30% delle importazioni: si trasforma da gas a liquido a -162 gradi Celsius, perché chi l’ha detto che l’energia non deve essere un po’ drammatica? Ma il vero colpo di scena è lo stoccaggio: come in un film di spionaggio, abbiamo 12 siti in ex giacimenti esauriti, con una capacità massima di 17 miliardi di metri cubi, inclusa una riserva strategica da 4,5 miliardi. Questi impianti sono la nostra polizza contro il freddo invernale – pensateci, d’inverno la domanda esplode per i riscaldamenti, e in tempi di crisi, ogni metro cubo è come oro, o meglio, come quel gas che la Russia ci ha sottratto.
Per non farci mancare niente, è in arrivo la “linea Adriatica”, un nuovo gasdotto che collega Sulmona a Minerbio, snodandosi lungo gli Appennini. Finirà entro il 2027 e boosterà la capacità di trasporto di 10 miliardi di metri cubi all’anno – una mossa furba per far scorrere il gas da sud a nord, perché ammettiamolo, la nostra dipendenza energetica è un pasticcio che merita un upgrade. E mentre puntiamo alla decarbonizzazione, ricordiamoci: la transizione non è un tasto magico, e per ora il gas è il nostro vizio irrinunciabile, che ci piaccia o no.