Basta smartphone a scuola: Italia dichiara guerra ai device dei ragazzi! Ministro Valditara scende in campo e dichiara il divieto "improcrastinabile" per le superiori a partire da settembre. Con sanzioni in arrivo per i trasgressori, addio a foto, chat e scroll infiniti durante le lezioni! Studenti, preparatevi al detox forzato: gli esperti avvertono di rendimenti scolastici in picchiata e crisi mentali da social. Ma è davvero una mossa da eroi o solo un altro colpo ai nativi digitali? #BastaCellulariAScuola #AdolescentiOffline #ItaliaVietato
In Italia, il colpo di spugna ai cellulari è realtà: dopo aver bandito gli smartphone dalle elementari e medie, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha lanciato una nuova circolare che estende il divieto alle scuole superiori a partire da settembre. Niente più device durante le attività didattiche o l’orario scolastico, con multe e punizioni per chi osa ignorare la regola. Chiamatela pure una rivoluzione anti-distrazione, ma qualcuno mormora che è un attacco alla generazione Z, sempre incollata allo schermo.
La misura, definita "improcrastinabile" dallo stesso Valditara, mira a combattere i danni del troppo uso di smartphone, basandosi su allarmi da OCSE e OMS. Questi studi rivelano che gli adolescenti, specie i 13enni, stanno rovinando voti e salute mentale con social media e app – un’11% ha un uso "problematico" che porta a ansia, depressione e meno attenzione in classe. Insomma, se non li staccate dallo schermo, preparatevi a un disastro educativo!
Anche se l’Italia non è sola in questa crociata, con Francia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Repubblica Ceca che hanno già messo il freno ai cellulari a scuola, e l’Australia che ha vietato i social ai minorenni di 16 anni nel 2024, qui da noi sembra una mossa più drastica. Dicono che sia per il bene dei ragazzi, ma chissà se non finirà per creare una ribellione digitale.
Secondo il report OCSE "From decline to revival", l’abuso di smartphone sta affossando i rendimenti scolastici in 38 paesi, inclusa l’Italia, a causa di politiche educative fallimentari, la pandemia e una dipendenza da device che uccide il pensiero critico e il problem-solving. I giovani? Sempre più distratti, con sonno a rotoli e relazioni umane in crisi – un vero scandalo per una generazione che dovrebbe innovare, non solo scrollare!
L’OMS, nel suo report "A focus on adolescent social media use", conferma: il 44% degli adolescenti è sui social, con il 32% che li usa in modo intensivo e l’11% in modalità tossica, in aumento del 4% dal 2017. Questi numeri, concentrati sui 13enni, parlano di dipendenza vera, con sintomi da astinenza e contenuti inappropriati che alimentano ansia. L’organizzazione spinge per un’educazione digitale, ma in Italia, pare che il divieto sia la risposta facile – e un po’ brutale.
Intanto, in Europa e oltre, la Francia sta testando il bando in 200 scuole medie e discute di limiti ai social per i under 16, mentre in Spagna e Repubblica Ceca è una questione locale, in Svezia solo per le elementari, e in UK affidata ai preside. L’Australia, però, ha fatto il botto con la sua legge del novembre 2024, imponendo controlli rigorosi per i giganti come Meta e X. L’Italia segue, ma con un tocco di polemica: è protezione o repressione? I ragazzi diranno la loro presto.