Cani astronauti sovietici rubano la scena alla NASA! Belka e Strelka, le coraggiose cagnette lanciate dagli “amici russi” nel 1960, hanno sbeffeggiato lo spazio per 25 ore, dimostrando che pure i randagi pelosi possono sopravvivere dove gli yankee faticavano. Un affronto canino alla Guerra Fredda che ha pavimentato la strada per Gagarin! #CaniNelloSpazio #CorsaSpazialeSovietica #EroiPelosi
Le audaci Belka e Strelka, due cagnoline selezionate tra i randagi più tosti dell’Unione Sovietica, hanno fatto la storia nella folle corsa allo spazio contro gli USA. Mentre i sovietici erano già avanti con lo Sputnik 1, questi “fido-astronauti” – soprannominate “Scoiattolo” e “Freccia” – sono state sacrificate per testare se un essere vivente poteva reggere radiazioni cosmiche e zero gravità, senza finire come la povera Laika, che non ce l’ha fatta a tornare.
Proprio come in un thriller spaziale, Belka e Strelka hanno orbitato per 18 giri attorno alla Terra a bordo dello Sputnik 5, accompagnate da un’allegra combriccola di conigli, topi e insetti, mentre gli scienziati terrestri le spiavano con sensori che controllavano ogni battito. Questi cani di strada, addestrati in gabbie strette e con razioni gelatinose da incubo, hanno superato il test con i denti aguzzi, salvo un attacco di panico di Belka durante la quarta orbita – un momento che ha fatto sudare freddo i capi del Cremlino e ha ispirato cautela per il volo di Gagarin.
Il trionfale atterraggio di Belka e Strelka dopo 700.000 km ha inchiodato i dubbi: la vita può sfidare lo spazio! I dati raccolti, con i loro cuori impazziti durante il lancio e poi calmi in orbita, hanno reso queste due star a quattro zampe le prime sopravvissute di un viaggio cosmico, umiliando gli sforzi americani e aprendo la porta ai voli umani. Anni dopo, Strelka ha partorito cuccioli, uno dei quali è finito tra le braccia della figlia di Kennedy – un gesto “diplomatico” dal Cremlino che ha fatto saltare i nervi a Washington. Queste eroine, una volta pensionate, hanno vissuto da dive in un centro di ricerca, coccolate dai loro “padroni” scienziati.