Allarme WhatsApp: Meta sta invaso i tuoi aggiornamenti con pubblicità invadenti! Mentre il mondo chiacchiera in privato al sicuro, l’app usata da miliardi si trasforma in un circo di spot: abbonamenti premium, canali sponsorizzati e annunci tra le storie. Non è l’Apocalisse per le tue chat, ma chi lo sa se diventeremo tutti marionette di Big Tech? #WhatsAppAds #MetaInvasion #PubblicitàInArrivo
WhatsApp, l’app di messaggistica di Meta che miliardi di persone usano per spettegolare e condividere meme, è pronta a fare il salto verso il lato oscuro: pubblicità negli “Aggiornamenti” e nei canali. Ma tranquilli, dicono, non toccherà le vostre conversazioni private, protette da crittografia end-to-end – insomma, le vostre chiacchiere da bar rimarranno segrete, a patto che non vi lamentiate troppo ad alta voce. Meta vuole monetizzare questa sezione, consultata da oltre 1,5 miliardi di utenti al giorno, offrendo ai creatori e alle aziende tre trucchetti: abbonamenti premium per contenuti esclusivi (pagate e avrete roba speciale), canali sponsorizzati per gonfiare la visibilità (come se non fossimo già bombardati di roba inutile), e inserzioni pubblicitarie negli stati, proprio come quelle fastidiose su Facebook e Instagram. Tutto con la promessa che i vostri dati personali saranno trattati con "rispetto", anche se vi fiderete poco di un colosso che ama i profitti più della privacy.
Ma andiamo al sodo: come funziona questa roba nella sezione “Aggiornamenti”, che è esplosa negli ultimi due anni? Qui ci sono gli stati, dove condividete aggiornamenti che durano 24 ore, simili alle “storie” di altre app, e i canali, dove milioni seguono news o contenuti da brand e creator (e se non seguite ancora il canale WhatsApp di Geopop, beh, è ora di unirsi al club). Meta lancia tre armi: l’abbonamento ai canali, per pagare e sbloccare roba esclusiva; i canali promossi, così da farvi scoprire "contenuti interessanti" – o meglio, più pubblicità; e le inserzioni negli stati, annunci brevi che appaiono lì e vi spingono a chattare direttamente con le aziende. Non è invasivo, giurano, ma tra un selfie e l’altro, potreste ritrovarvi a comprare roba che non vi serve.
Sulla privacy, il tasto dolente: WhatsApp ripete che le vostre chiacchiere private, chiamate e gruppi restano blindati con crittografia end-to-end, quindi nemmeno loro possono sbirciare. Le pubblicità? Saranno mirate usando solo dettagli come la città, la lingua, i canali seguiti o interazioni passate – e se avete linkato WhatsApp al Centro gestione account di Meta, preparatevi a annunci "personalizzati" basati su Facebook e Instagram. Niente numeri di telefono venduti agli inserzionisti, promettono, e le chat non saranno usate per spot. Ma andiamo, è Meta: stanno solo cercando di rendere WhatsApp un business "sostenibile", anche se puzza un po’ di ipocrisia. Che ne dite, è l’inizio di un’era dove le app ci spiano di più? 😏