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Metodi sostenibili per l’estrazione delle nanoplastiche dall’acqua utilizzando solventi ecologici.

Le nanoplastiche rappresentano un potenziale rischio per la salute e l’ambiente

Le nanoplastiche, particelle minuscole derivanti dalla degradazione della plastica, sono diffuse in modo pervasivo nell’ambiente e possono comportare rischi per la salute umana e l’ecosistema. Queste particelle, che possono accumularsi negli organi attraverso la catena alimentare, sono sotto osservazione per i possibili effetti negativi sul sistema endocrino e riproduttivo.

Tecniche innovative per la rimozione delle nanoplastiche dall’acqua

Per affrontare il problema delle nanoplastiche presenti nell’acqua, sono state studiate varie tecniche di rimozione. Tra queste, l’uso di speciali solventi idrofobici basati sull’estrazione liquido-liquido si è dimostrato promettente. Questa tecnica, che si basa su una miscela eutettica di solventi non tossici, è in grado di catturare e separare le nanoparticelle di plastica, facilitandone la rimozione.

L’importanza di contrastare la diffusione delle nanoplastiche

Data la diffusione diffusa delle nanoplastiche e i potenziali rischi che comportano, è cruciale continuare a sviluppare e implementare metodi efficaci per la rimozione di queste particelle dall’ambiente acquatico. In questo contesto, l’utilizzo di tecnologie innovative come i solventi idrofobici potrebbe rappresentare un passo significativo verso la salvaguardia della salute umana e dell’ecosistema marino.

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Tecniche innovative per la rimozione delle nanoplastiche dall’acqua

Un recente studio ha evidenziato l’efficacia di una tecnica chiamata “estrazione liquido-liquido” nel rimuovere le nanoplastiche dall’acqua. Questo metodo sfrutta la differenza di affinità di due liquidi per favorire la migrazione delle sostanze inquinanti, promettendo risultati interessanti per la depurazione delle risorse idriche.

La minaccia delle nanoplastiche per la salute umana e l’ambiente

Le nanoplastiche, particelle estremamente minute derivanti dalla degradazione della plastica, rappresentano una seria minaccia per la salute umana e l’ecosistema. La loro capacità di accumularsi negli organismi e di infiltrarsi nella catena alimentare può causare danni al sistema endocrino e riproduttivo, rendendone urgente e necessaria la rimozione dalle risorse idriche.

Approcci e sfide nella rimozione delle nanoplastiche

Oltre alla tecnica dell’estrazione liquido-liquido, vengono esplorate soluzioni come la filtrazione e l’utilizzo di speciali solventi idrofobici per contrastare la diffusione delle nanoplastiche nell’acqua. L’obiettivo è sviluppare metodi efficaci e sostenibili per affrontare questa forma di inquinamento diffuso a livello globale.

Sviluppata una nuova tecnologia per rimuovere le nanoplastiche dall’acqua

Recenti studi hanno portato alla luce una nuova tecnologia per rimuovere le nanoplastiche dall’acqua. Si tratta dell’utilizzo di speciali solventi idrofobici con punto eutettico profondo, capaci di catturare le sostanze organiche come la plastica, facilitando la loro rimozione.

Il meccanismo di “estrazione liquido-liquido” alla base della tecnologia

Il processo di rimozione delle nanoplastiche avviene attraverso un meccanismo di “estrazione liquido-liquido”, basato sull’affinità di un liquido verso le sostanze disperse in un altro. In questo caso, la miscela di solventi e l’acqua formano fasi separate che facilitano il concentrarsi e il recupero delle nanoparticelle di polistirene.

Prossimi passi: test in scala più grande e ricerca delle miscele più efficaci

L’obiettivo attuale è quello di replicare su larga scala i risultati ottenuti nei test di laboratorio, al fine di identificare le miscele di solventi più efficaci e facilmente riutilizzabili per la rimozione delle nanoplastiche dall’acqua dolce e salata. Fonte Verificata

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