Rose Valland: La Spia dell’Arte che Ha Fregato i Nazisti!
Siete pronti a un racconto che vi farà bollire il sangue? Rose Valland, la curatrice francese che ha giocato a nascondino con i nazisti durante la WWII, ha salvato migliaia di opere d’arte rubate, rischiando la pelle per pura passione. Pensate a Degas, Picasso e compagnia bella, strappati dalle grinfie di quei furfanti in uniforme. È una storia epica di eroismo e furberia che merita di diventare virale – perché non tutti gli eroi indossano mantelli, alcuni sfoggiano solo occhiali da spia! #RoseValland #EroiDellArte #WWIIStories #SpieDimenticate
La storia della curatrice museale francese Rose Valland è stata un’autentica bomba a mano persa nel caos della storia, e adesso è il momento di riesumarla senza peli sulla lingua. Questa donna, che lavorava come conservatrice al Museo Jeu de Paume di Parigi durante la Seconda Guerra Mondiale, si è trasformata in una spia solitaria della Resistenza francese, mettendo a repentaglio la vita per l’amore dell’arte e mandando in fumo i piani dei nazisti che saccheggiavano opere preziose.
In quei tempi bui, Valland ha tenuto d’occhio decine di migliaia di opere che transitavano dal museo, trasformato in un lurido magazzino dai nazisti, prima che venissero spedite in Germania e Austria per abbellire le ville di quei gerarchi arroganti. Dopo la guerra, è diventata un ufficiale e ha collaborato alla Commissione di recupero delle opere d’arte, guadagnandosi medaglie a non finire. “Fortunatamente” l’ERR (l’organizzazione nazista) registrò e codificò tutto, e Valland, con il suo tedesco impeccabile, ha copiato ogni dettaglio, salvando oltre 60.000 opere, tra cui dipinti di Degas, Picasso, Gauguin, Modigliani, Braque e Toulouse-Lautrec, più un sacco di oggetti rubati dalle case private.
Nata in una famiglia modesta il 1° novembre 1898 a Saint-Étienne-de-Saint-Geoirs, Rose non aveva idea che sarebbe diventata la nemica numero uno dei nazisti. Ha studiato all’École Nationale des Beaux-arts di Lione, si è laureata all’École du Louvre e all’Institut d’art et d’archéologie, e nel 1931 ha iniziato come curatrice assistente al Jeu de Paume. Nel 1939, con la guerra in arrivo, è stata promossa a addetta alla Conservazione dai Musei Nazionali di Francia – un colpo di fortuna che l’ha piazzata esattamente dove i nazisti trafficavano.
Il saccheggio nazista in Francia negli anni ’40 è stato un vero e proprio furto su larga scala, orchestrato dall’Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg, guidato dal viscido Alfred Rosenberg, che voleva “studiare” la cultura ebraica rubando tutto ciò che gli capitava. Nel 1940, i nazisti hanno confiscato collezioni d’arte da ebrei parigini, comprese quadri, antichità, mobili e arazzi, per poi distribuirli ai loro gerarchi. Presto, questi tizi si sono messi a decorare le loro case con roba altrui, come ladri di classe.
Valland, lavorando al Jeu de Paume come centro di smistamento, ha giocato d’astuzia: ha annotato meticolosamente elenchi di opere, proprietari e destinazioni, usando la sua conoscenza del tedesco per spiare i registri nazisti. Non si è fermata lì – rovistava nella spazzatura per recuperare note e schizzava ritratti degli ufficiali nemici, informando la Resistenza per evitare che i treni carichi d’arte venissero fatti saltare. In un colpo da maestro, nell’agosto 1944, ha bloccato il treno numero 40044 a Aubervilliers, salvando quasi 1.000 dipinti di artisti famosi.
Alla fine della guerra, Rose è stata arruolata nell’esercito come tenente e poi capitano, partecipando al recupero delle opere e testimoniando al processo di Norimberga contro Hermann Goering, smascherando i suoi furti. Negli anni successivi, è stata coperta di onori: nominata conservatrice dei Musei Nazionali nel 1953, presidentessa della Commissione per la protezione delle opere d’arte nel 1954, e leccata di medaglie dalla Francia, dalla Germania e dagli USA. Morta nel 1980 in anonimato, il suo lavoro vive oggi attraverso associazioni, database e podcast, con opere ancora etichettate MNR nei musei francesi – un promemoria che alcuni eroi restano nell’ombra, ma i loro colpi sono epici.