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Oxagon City: la megalopoli industriale ottagonale galleggiante realizzata a Neom, Arabia Saudita, in mezzo a crescenti polemiche globali

Oxagon: La Megalopoli Galleggiante che Potrebbe Essere il Prossimo Sacco di Soldi Saudita!

Oh, preparatevi a sentir parlare del colosso che sta per sorgere nel Mar Rosso – Oxagon, la città industriale futuristica e parzialmente galleggiante, parte del mastodontico progetto NEOM in Arabia Saudita. Promette di diventare un hub globale per logistica e manifattura, tutto alimentato da al 100% rinnovabile, con una posizione strategica che potrebbe dominare il 13% del commercio mondiale. Ma andiamo, chi ci crede davvero che questa roba si completi intoppi? #Oxagon #NEOM #CittaGalleggiante #CommercioGlobale

Oxagon, annunciata nel 2021, si sta gonfiando nell’angolo sud-ovest della provincia di Tabuk, con una superficie tra i 200 e i 250 km², dove una bella fetta sarà galleggiante per ospitare il porto e il centro logistico. Mentre il mondo si preoccupa di Trojena come nuova meta turistica montana a 50 km dal Golfo di Aqaba, Oxagon punta a essere il vero gioiello, un centro logistico automatizzato vicino al Canale di Suez. Tutto questo con energia pulita da solare, eolica e idrogeno verde, più roba high-tech come IoT, AI, robotica e fusione uomo-macchina per rendere operazioni e produzione super-efficienti. E non dimentichiamo le comunità vivibili con aree residenziali e divertimento, perché chi lo vuole un polo industriale senza un po’ di svago?

A marzo 2025, i lavori su Oxagon procedono a ritmo spedito, con progressi nell’area marina e nel porto, focalizzati su idrogeno verde e partnership globali per sette settori chiave. L’obiettivo è avere le logistiche operative entro quest’anno e finire lo sviluppo onshore entro il 2030 – ma dite la verità, quanti mega-progetti finiscono in tempo?

Passando al "compressed supply chain", il porto integrato di Oxagon è progettato per massimizzare l’efficienza e ridurre i tempi di transito, diventando un mostro capace di gestire da 1,5 milioni a potenzialmente 12 milioni di TEU una volta a regime. Immaginate: terminal container, carichi generali, Ro-Ro, forse persino un terminal crociere e un centro di ricerca oceanografica. La fase 1 è già operativa dal maggio 2023, con espansioni in corso per accogliere navi giganti, e si prevede tutto pronto entro il 2025 per l’onshore.

Ma ecco la parte che fa arricciare il naso: l’impatto ambientale di Oxagon è un disastro annunciato. Costruire una città parzialmente galleggiante con un porto enorme significa dragaggi e riempimenti che distruggeranno habitat come barriere coralline e praterie marine. Rumore sottomarino, traffico navale e possibili inquinanti dalle attività porteranno caos alla fauna marina, inclusi animali protetti. Certo, promettono zero emissioni e "zero scarico liquido", ma la fase di costruzione sta già sputando tonnellate di – perché, dai, un progetto del genere non è proprio "verde" fin dall’inizio, no?

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