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Pangeos, la città galleggiante a forma di tartaruga: come 60.000 persone verrebbero ospitate dal terayacht in mezzo al mare, eludendo i problemi della terraferma

Siete pronti per la follia galleggiante più epica del secolo? Immaginate una "città galleggiante" da capogiro, lunga 550 metri e larga 610 – più grossa del Colosseo, accidenti! – che ospiterà fino a 60.000 persone in un "terayacht" nomade, autoalimentato e senza rotta fissa. Derivato da Pangea, questo colosso unirà il mondo moderno in stile tartaruga gigante, con hotel, negozi, parchi e persino piste di atterraggio, tutto grazie a pannelli solari e onde che fanno da carburante. #Pangeos #CittaGalleggiante #FuturoDeiMari #MegaYacht

Ma ecco l’assurdità: per costruire questo mostro marino, serve un "terashipyard" enorme, un cantiere da 180 km per 200 km da scavare nel fondale, circondato da dighe, e costerà 8 miliardi di dollari. L’Arabia Saudita, con i suoi progetti folli come Neom, è il prescelto – perché chi altro se non loro per queste pazzie da ricchi? – e se i fondi arrivassero, i lavori partirebbero nel 2033 per almeno 8 anni. Niente meno che una diga da aprire per lanciare la "tartaruga" in mare!

A differenza delle solite barche, questa non ha forma a V ma somiglia davvero a una tartaruga, con pinne che catturano energia dalle onde per muoversi senza benzina. Il tetto sarà coperto di pannelli solari e 9 motori elettrici da 16.800 cavalli ciascuno, viaggiando a soli 5 nodi (poco più di 9 km/h) – una piattaforma lenta e autosufficiente che fluttua come un villaggio nomade.

Al suo interno? Una metropoli vera e propria, con negozi, hotel, resort, parchi, porti per barche, droni e appartamenti per 60.000 persone – come una città italiana intera su acqua! Vi chiederete: e se affonda? Niente panico, il principio di Archimede tiene tutto a galla grazie a 30.000 compartimenti stagni, stile portaerei, per evitare disastri anche con falle.

Certo, non è roba da poco: 8 miliardi di dollari per realizzarla, e Lazzarini scommette sul crowdfunding con NFT per finanziarla. Potete già "acquistare" stanze o appartamenti nel metaverso – sì, prima nel digitale, poi magari sul serio. Chissà se questa bolla milionaria resisterà alle onde reali!

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