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Paul McCartney viene dichiarato morto nel 1966 in una bufala che ha ingannato milioni di fan per decenni

Cospirazione da brividi: Paul McCartney morto in un incidente e rimpiazzato da un sosia? La leggenda “Paul is Dead” torna a infuocare il web! Immaginate: il Beatle più iconico crepa in un crash del ’66 e la band ci rifila un clone per non rovinare il business. Ridicolo? Forse, ma i fan giurano che ci sono indizi ovunque, da copertine criptiche a canzoni al contrario. Questa bufala virale non morirà mai – e chissenefrega delle prove, è troppo divertente!

Una delle leggende metropolitane più ostinate e folli è quella sulla presunta morte di Paul McCartney: i patiti della teoria sostengono che il genio dei Beatles sia stato spazzato via in un incidente stradale nel 1966 e sostituito in gran segreto da un sosia. Nessuna prova solida esiste, ovvio, ma la band avrebbe lasciato indizi nascosti nelle copertine degli album, nei testi delle canzoni e in strani suoni che appaiono solo se si riproducono i vinili al contrario. Insomma, un complotto da far impallidire i migliori thriller, anche se è solo una montagna di sciocchezze che si è gonfiata nel .

La nascita della leggenda “Paul is Dead”

Nessuno sa esattamente da dove sia spuntata questa pazzia, ma una delle prime avvisaglie è comparsa su un giornale universitario della Drake University in Iowa, datato 17 settembre 1969. Lì, uno studente di nome Tim Harper si è messo a speculare sulla dipartita di Paul, ispirato dai due incidenti stradali che il musicista aveva sfangato nel 1966. Per fortuna, l’artista se l’è cavata, ma i pettegoli hanno iniziato a blaterare che fosse morto e rimpiazzato da un doppio. La storia, tutta da verificare, è saltata su una locale e poi si è diffusa come una , arrivando fino a New York e oltre. Il vero boom? Arrivato nel 2015, quando la cosa è esplosa online.

La finta intervista a Ringo Starr

Quello che sembrava un colpo di scena epico è capitato nel 2015, con il sito World News Daily Report – un covo di fake news – che ha pubblicato una presunta intervista a Ringo Starr, rivelata poi come una totale invenzione. Nella chiacchierata fantasma, Ringo avrebbe confessato che Paul è morto il 9 novembre 1966 in un incidente. Per non mandare in crisi i fan e la casa discografica, gli altri Beatles avrebbero organizzato un concorso per sosia, scegliendo William Shears Campbell come rimpiazzo. Ecco le parole inventate attribuite a Ringo: “Non sapevamo cosa fare e Brian Epstein, il nostro manager, ci suggerì di assumere Billy Shears come soluzione temporanea. Doveva durare solo una o due settimane, ma il tempo passava e nessuno sembrava accorgersene, così continuammo a suonare. Billy si rivelò un musicista piuttosto bravo e riuscì a suonare quasi meglio di Paul. L’unico problema era che non riusciva ad andare d’accordo con John.”

Seguendo questa linea delirante, i Beatles avrebbero infilato messaggi segreti negli album per preparare il pubblico. Prendete la copertina di Abbey Road: Paul è l’unico senza scarpe, e in certe culture è un chiaro segno di morte – roba da far rizzare i peli!

La di Paul McCartney

Paul ha sempre liquidato queste voci come assurdità, preferendo ignorarle per non alimentare i fanatici. Una delle sue interviste più iconiche è stata nel 1969 con la rivista Life, dove ha sbufato: “È tutto maledettamente stupido […] Io camminavo a piedi nudi perché era una giornata calda. […] Forse la voce è nata perché ultimamente non sono stato molto presente sui giornali. Ho fatto abbastanza pubblicità per una vita intera e non ho nulla da dire in questi giorni. Sono felice di stare con la mia famiglia e lavorerò quando lavorerò. Sono stato acceso per dieci anni e non mi sono mai spento. Ora mi spengo ogni volta che posso. Preferisco essere un po’ meno famoso in questo periodo.” Insomma, pure lui si è stancato di questa farsa, ma noi continuiamo a riderci su – è il bello delle leggende!

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