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Per quale motivo non riusciamo a ricordare i sogni che facciamo?

È comune svegliarsi con un’illusoria consapevolezza di aver sognato, ma i dettagli di quel sogno spesso si dissolvono in un attimo. Qual è la ragione di questo fenomeno? Le neuroscienze forniscono risposte interessanti: dimenticare i sogni è un processo innato, strettamente connesso al funzionamento del cervello durante il sonno. Il segreto di questo mistero risiede nell’attività di specifiche aree cerebrali e nei meccanismi della memoria, che durante il riposo notturno si trovano in una sorta di “modalità inattiva”.

Le neuroscienze dei sogni

L’ippocampo, il centro principale dei ricordi nel nostro cervello, gioca un ruolo cruciale nello smistare e consentire la memorizzazione dei sogni. Durante la fase REM (Rapid Eye Movement), l’attivazione dell’ippocampo è significativamente ridotta. Questa modalità operativa “part-time” impedisce a molte delle nostre esperienze oniriche di essere archiviate nel modo in cui di solito vengono trattate durante la veglia. Durante il giorno, infatti, l’ippocampo lavora incessantemente per immagazzinare nuove informazioni e trasferirle nella memoria a lungo termine, distribuita nella nostra corteccia, soprattutto nel lobo frontale. Al contempo, vari neurotrasmettitori, fondamentali per il consolidamento dei ricordi, mostrano una netta diminuzione durante il sonno REM. Tra di essi, la serotonina e la norepinefrina, il cui calo compromette l’abilità di conservare le informazioni oniriche. Inoltre, la corteccia prefrontale, responsabile del pensiero razionale e della formazione dei ricordi, vede la sua attività drasticamente ridotta in questa fase. In contrasto, il sistema limbico, parte più antica del cervello, rimane attivo e coinvolto nella gestione delle emozioni. Questo spiega perché i sogni tendono ad essere intensamente emotivi ma spesso privi di una logica coerente, rendendo difficile per noi ricordare i dettagli delle storie che viviamo nel sonno.

Cosa succede nel cervello quando ci svegliamo

Il momento in cui ci svegliamo dal sonno è cruciale per determinare quanto riusciremo a trattenere dei nostri sogni notturni. Durante il risveglio, il cervello compie un rapido passaggio da una bassa a un’alta attività. Ricerche dimostrano che chi si sveglia durante o vicino a una fase REM ha molte più probabilità di ricordare il sogno appena vissuto, rispetto a chi si sveglia in altre fasi. Tuttavia, questo brusco cambio di stato cerebrale fa sì che i ricordi svaniscano rapidamente e, se non vengono richiamati verbalmente o annotati, tendono a perdere significato in modo quasi istantaneo.

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Un aspetto interessante riguarda le differenze individuali nella capacità di ricordare i sogni. Non tutti abbiamo la stessa abilità di trattenere i sogni nella memoria. Alcuni individui hanno livelli di attivazione differenti per quanto riguarda l’ippocampo e la corteccia frontale durante la fase REM. Le predisposizioni genetiche, i ritmi circadiani e lo stato generale del sonno influenzano notevolmente questa capacità. Persino fattori esterni come stress e affaticamento, così come l’assunzione di alcune sostanze, possono ostacolare la fase REM e ridurre le probabilità che il cervello produca sogni.

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1 commento

  1. Interessante articolo sul perché dimentichiamo i sogni, non sapevo che fosse legato al funzionamento del cervello durante il sonno.

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