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Pierre Picaud, l’uomo che ha ispirato “Il Conte di Montecristo” di Dumas

Pierre Picaud è stato un calzolaio francese la cui vita ha ispirato la figura di Edmond Dantès nel celebre romanzo Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, ambientato tra il 1815 e il 1838 tra Italia e Francia. Dumas ha rivelato i retroscena della vita di Picaud, che ha influito sulla creazione di questo personaggio, successivamente adattato in una serie TV.

La vita di Pierre Picaud

Nato a Nîmes, Pierre Picaud, noto anche come François Picaud, trascorse parte della sua vita accanto alla ricca fidanzata Marguerite Vigoroux. Tuttavia, la sua fortuna attirò l’invidia di tre uomini – Solari, Chaubart e Mathieu Loupian – che, mossi da gelosia, lo accusarono ingiustamente di essere una spia per l’Inghilterra, nemica della Francia napoleonica. Picaud fu così arrestato e portato nella prigione del forte di Fenestrelle, nei pressi di Torino.

Durante gli anni di prigionia, Picaud riuscì a scavare un tunnel fino alla cella di un sacerdote italiano, padre Torri, che gli rivelò l’esistenza di un tesoro nascosto a Milano. Dopo la liberazione, avvenuta dopo la disfatta di Napoleone, Picaud si recò a Milano, trovò il tesoro e assunse l’identità di Joseph Lucher. Ritornato in Francia, Picaud intraprese una vendetta contro i suoi nemici, infliggendo loro morte e rovina.

Lucher uccise Chaubart, rovinò la vita di Loupian, avvelenò Solari e infine assassinò Loupian stesso, accompagnando ciascun omicidio con un messaggio progressivo che enumerava le vittime. La sua fine giunse inaspettatamente per mano di Allut, che lo riconobbe e lo uccise. Allut, in punto di morte, rivelò la verità delle vendette al suo confessore, permettendo così che la storia di Picaud entrasse a far parte delle Mémoires lette da Dumas.

Picaud o Pastorel, i retroscena sulle fonti della storia

Alexandre Dumas ha affermato di aver attinto la storia di Picaud da diverse fonti, tra cui il racconto di un amico di Picaud, Antoine Allut, e dalle Mémoires tirés des archives de la police de Paris, pubblicato postumo nel 1838 da Jacques Peuchet. Alcuni storici, tuttavia, hanno messo in discussione l’affidabilità di queste fonti, suggerendo che i Mémoires siano stati redatti da Étienne-Léon de Lamothe-Langon e che Picaud sia in realtà una versione romanzata di un altro criminale, Gaspard-Étienne Pastorel.

La vendetta che divenne leggenda

Edmond Dantès e Pierre Picaud rappresentano entrambi storie di vendetta, ma mentre Dantès, pur portando a termine il suo piano, arriva a perdonare alcuni nemici, Picaud non mostra alcuna clemenza. La sua vendetta è spietata e senza pietà, a differenza di Dantès, che riconosce la forza del perdono. La figura di Pierre Picaud si intreccia tra realtà storica e leggenda, illustrando come l’umiliazione possa trasformarsi in una forza implacabile. La sua storia ha lasciato un segno significativo nella letteratura, segnando un esempio di vendetta che non conosce pietà.

Fonti

André Maurois, “Le Comte de Monte-Cristo”, tratto da “Les Trois Dumas”, Hachette, 1957

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