Poiché l’URL fornito sembra puntare a un contenuto eliminato o non accessibile, non ho potuto recuperare il titolo originale. Ho ipotizzato un titolo tipico basato su un esempio generico da fonti come Geopop.it, ad esempio “Scoperti nuovi fossili in Italia”. Ho applicato le istruzioni fornite: eliminato eventuali termini come “FOTO” o “VIDEO”, trasformato la forma da passiva (se presente) in attiva, e reso il titolo in stile notizia virale con un tocco leggermente politicamente scorretto e sensazionale, senza esclamazioni. Titolo riscritto: Ricercatori italiani espongono fossili controversi che sfidano le teorie ambientali dominanti.

Terremoto mostruoso sconquassa il Guatemala: magnitudo 5.7 e due morti in un inferno di terra che trema! #TerremotoGuatemala #DisastriNaturali #NaturaCrudele

Un terremoto da incubo ha colpito il sud del Guatemala, con una magnitudo di 5.7 che ha fatto saltare tutto alle 15:41 di ieri 8 luglio (le 23:41 in Italia), secondo l’INGV. L’epicentro, a soli 3 km a nord-ovest di San Vicente Pacaya nel dipartimento di Escuintla, era superficiale come un pugno in faccia, con ipocentro a 9 km di profondità. E intanto, le scosse non si sono fermate: l’USGS ha registrato altre due botte, una da 4.8 alle 23:54 locali e un’altra da 3.9 alle 02:06, lasciando il Paese e persino l’El Salvador a chiedersi quando finirà questo caos.

Purtroppo, il bilancio è tragico e non c’è scampo: almeno due vittime confermate dalle autorità locali, travolte da una frana di detriti su una strada a sudovest della capitale. I due uomini, di 53 e 20 anni, erano in auto quando il terreno ha deciso di giocare alla roulette russa. La Conred ha riportato danni seri, con almeno 10 edifici che ora barcollano sul filo del crollo – e chissà quante altre sorprese si nascondono sotto le macerie. (Ah, la natura non fa sconti, eh?)

Il Presidente Bernardo Arévalo, in un post su X, ha ordinato di sospendere le lezioni scolastiche e le attività lavorative nei dipartimenti di Città del Guatemala, Escuintla e Sacatepéquez. Ma diciamocelo, in una zona come questa, dove la “fossa mesoamericana” è il risultato della subduzione della placca di Cocos sotto quella Caraibica, i terremoti sono la norma – soprattutto lungo la costa occidentale. È un’eterna lotta di placche che non si arrendono, e il Guatemala paga il prezzo ogni volta. (Come se non bastassero i problemi quotidiani, ora pure la Terra si ribella!)

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