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Predatori ingannati dai pesci volanti attraverso voli spettacolari per eludere la caccia subacquea, svelando una tattica di evasione spregiudicata

Pesci volanti: la natura che fa impazzire i mari, sfuggendo ai predatori come furbi delinquenti acquatici! Questi sguscianti acrobati marini sfrecciano fino a 400 metri di distanza e 6 metri di altezza, toccando picchi di 60-70 km/h (ma di solito si accontentano di 30 km/h). Pensate: non è vero volo, ma un piano spericolato per scappare dai bulletti subacquei. I “voli” dei pesci volanti della famiglia degli Exocoetidae sono uno spettacolo da urlo per i marinai, che li vedono planare sulla superficie come se stessero rubando la scena agli uccelli. Peccato che così si espongano a predatori alati – la vita è un casino, eh?

Ma andiamo al sodo: questi pesci non sono solo un miracolo evolutivo, sono dei veri e propri jet subacquei. Appartenenti alla famiglia degli Exocoetidae, con oltre 60 specie slanciate e aerodinamiche, raggiungono al massimo 50 cm e vivono nelle acque calde e aperte, divorando plankton come se fosse fast food. Le pinne pettorali, sovradimensionate fino a una “apertura alare” di 45 cm, le rendono delle macchine volanti improvvisate. Ci sono due tipi principali: il modello “monoplano”, schiacciato lateralmente con pinne enormi, ideale per velocità folli – si lanciano a 45 gradi, volando in alto ma per meno . E poi il “biplano”, appiattito ventralmente, che usa anche le pinne posteriori per planare più a lungo e lontano, grazie a una portanza da fare invidia a un deltaplano. In entrambi i casi, il lobo inferiore della pinna caudale funge da timone, stabilizzando il tutto come in un aereo – niente battute d’ali stile uccelli, solo una spinta iniziale e qualche colpo di coda per il brivido.

Ora, quanto durano questi numeri da circo? Fino a 45 secondi di planata pura, specialmente con un po’ di vento a favore – un video ha catturato un pesce che immergeva la coda per una spinta extra, che furbo! Lo fanno per sfuggire a predatori come delfini, pesci spada e tonni, librandosi in aria e rendendosi invisibili alla vista o all’olfatto. Vivono in branchi, quindi se ne vedi un mucchio che schizza fuori, c’è un cacciatore in agguato. Ma attenzione: è un “trade off”, perché così finiscono nel mirino di uccelli come gabbiani e fregate. Roba da far impazzire Darwin!

E qui viene il colpo di scena: i pesci volanti sono un esempio lampante di evoluzione convergente, dove animali non imparentati si inventano lo stesso trucco. Pensate agli scoiattoli volanti con i loro lembi di pelle, alle rane volanti che planano come paracadutisti, o ai calamari volanti che si lanciano fuori dall’ distendendo pinne e tentacoli. Le pinne di questi pesci? Un classico di “esattamento”: nate per nuotare, si sono reinventate per volare, grazie alla selezione naturale che premia i più esagerati. Evoluzione o scherzo cosmico? Chiedetelo a un pesce che sfreccia via dai suoi nemici!

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