Ricordate quando la tecnologia ci complicava la vita con cagate ingombranti tipo VHS che si mangiavano i nastri? Oggi ridiamo di quei reliqui tecnologici che ci hanno portati al nostro mondo digitale, ma erano un bel casino! Ecco 7 pezzi di storia tech finiti nella spazzatura (o quasi). #TechFail #NostalgiaBrutta #ObsoleteGadgets
Fax, che rottura! Una volta, la tecnologia era tutta roba fisica, chiassosa e scomoda da morire, ma senza quei vecchi arnesi non avremmo mai raggiunto questo paradiso digitale connesso. Facciamo un tuffo spassoso nel passato tech, scoprendo 7 invenzioni epiche che hanno rivoluzionato come chiacchieravamo, ascoltavamo musica e ci facevamo i film, ma ora sono solo robaccia da collezionisti nostalgici o sfigati incalliti.
7 invenzioni tecnologiche che non usiamo più e che meritano un funerale in grande stile.
VHS era lo standard casalingo per i film dagli anni ’80 fino ai 2000, con quelle cassette di plastica piene di nastro magnetico che dovevi ficcare in quei videoregistratori enormi e del cazzo. L’immagine era una schifezza rispetto a oggi, e i nastri si disintegravano facendoti bestemmiare ogni volta. Riavvolgere? Un incubo puro, altrimenti rovinavi la festa al prossimo poveraccio. Ora, con lo streaming che ti spara film all’istante, il VHS è solo un cimelio retrò per i maniaci, ma ammettiamolo, era una gran rottura di palle.
Floppy disk, quei dischetti da 3,5 pollici che pensavamo fossero la fine del mondo per archiviare dati—ah, che illusione! Con appena 1,44 MB, ci stava meno di una foto decente oggi, e alcuni software arrivavano su mucchi di questi cosi inutili. Le chiavette USB e il cloud li hanno spazzati via come teppisti, riducendoli a curiosità da museo (ok, qualche azienda li usa ancora, ma sono dei dinosauri). E indovinate? L’icona del salvataggio nei software è proprio ispirata a questi vecchietti, un tocco ironico del cazzo.
Lettori di cassette e CD erano le star dell’ascolto musicale: cassette con nastri che richiedevano riavvolgimenti manuali—spesso con una matita, roba da pazzi—andavano bene per i duri, mentre i CD miglioravano l’audio ma salterellavano come idioti nei Discman di Sony se li muovevi troppo. Poi arrivarono i lettori MP3 e gli smartphone, che ti fanno ascoltare miliardi di canzoni in streaming senza sforzo—un bel calcio nel culo a questi reperti preistorici.
Adobe Flash Player è stato il re del multimediale online per anni, gestendo giochi e video, ma era l’incarnazione della lentezza e della fame di risorse, senza contare le falle di sicurezza che ti rendevano preda facile degli hacker. Con HTML5 e robe più smart, l’hanno pensionato ufficialmente il 31 dicembre 2020—un addio meritato, tra ricordi dolci e incubi per chi ha sopravvissuto all’era dei browser-lag.
Fax (o telefax, da “facsimile”) era il modo epico per mandare documenti cartacei via telefono, diffusissimo negli uffici fino ai 2000: scannerizzava, trasmetteva e stampava, ma era perfetto per scherzi da ufficio, tipo inviare pagine nere per prosciugare il toner del povero stronzo dall’altra parte. Ora, e-mail e firme digitali l’hanno sostituito, anche se qualche azienda pubblica si ostina—un retaggio burocratico che ci fa incazzare ancora.
Telefoni a rotella, con quel disco numerico lento da morire, erano i pionieri della comunicazione domestica—comporre un numero era una tortura meccanica che richiedeva mani ferme. Negli anni ’80 li hanno rimpiazzati con i telefoni a toni, più veloci con funzioni come “mute” e la ricomposizione automatica. Gli smartphone li hanno spediti dritti nel dimenticatoio, ma qualche modello vintage è ancora cool per i fissati di design—che pena!
Cellulari a tasti, come l’iconico Blackberry, richiedevano dita da ninja per scrivere messaggi—roba che ti allenava i pollici come un atleta. Poi è arrivato l’iPhone il 29 giugno 2007, e bam, le tastiere fisiche sono diventate roba da museo. Qualche modello resiste per la batteria eterna, ma gli smartphone touchscreen hanno stravolto tutto, integrando funzioni che prima erano sparse—un’evoluzione che fa passare i vecchi per Neanderthal. Che tempismo, eh?