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Riconoscere l’autenticità dell’oro annusandolo: esiste un fondamento scientifico

Negli ultimi tempi, un gioielliere ha attirato l’attenzione per la sua capacità di l’oro attraverso l’olfatto. Questa affermazione, che potrebbe sembrare straordinaria, ha una base scientifica. Infatti, il metodo si basa su principi chimici: se un oggetto presenta un odore metallico, è probabile che non sia oro. Dato che l’oro non emana tali odori, la presenza di un aroma metallico è spesso indice della presenza di metalli meno nobili. Tuttavia, questo metodo rimane qualitativo e per una verificazione definitiva sono necessari test più specifici.

La chimica dell’odore metallico

Quando si toccano oggetti metallici come monete o chiavi, è comune percepire un odore metallico. A livello chimico, non è il metallo in sé a generare l’odore, ma è il risultato della reazione tra i grassi della pelle e il metallo. Questa reazione produce molecole odorose, tra cui la 1-otten-3-one, che è responsabile del caratteristico odore metallico. Per ulteriori dettagli, si invita a consultare lo studio presente al fondo dell’articolo.

L’assenza di odore nell’oro

L’oro è un metallo nobile, caratterizzato da una stabilità che lo rende poco reattivo. A differenza di metalli come ferro o rame, l’oro non produce odori perché non interagisce con i grassi della pelle. Di conseguenza, se un oggetto emana un odore metallico, è probabile che contenga metalli meno nobili. Al contrario, un gioiello privo di odore metallifero è più verosimilmente oro autentico.

Metodi per identificare l’oro

Annusare l’oro rappresenta solo un primo passo qualitativo nella sua identificazione. Esistono diversi metodi scientifici per confermare l’autenticità dell’oro:

  • Test con acido nitrico: l’oro non si dissolve in questa sostanza, a differenza dei metalli meno nobili, che invece reagiscono.
  • Pistola a raggi X (XRF): questo dispositivo portatile misura la fluorescenza dei metalli per determinarne la composizione.
  • Metodo della calamita: l’oro non è ferromagnetico e quindi non viene attratto da un magnete, rendendo questo metodo utile per identificarne l’assenza.

Inoltre, molti gioielli presentano incisioni che indicano la purezza dell’oro. Ad esempio, una scritta “750” indica che si tratta di oro 18 carati. Si fornisce di seguito una tabella riepilogativa delle carature comuni e le rispettive percentuali di oro:

  • 24 carati (24k): ~99,9% oro puro (999/1000)
  • 22 carati (22k): ~91,6% oro puro (916/1000)
  • 21 carati (21k): ~87,5% oro puro (875/1000)
  • 18 carati (18k): 75% oro puro (750/1000)
  • 14 carati (14k): 58,5% oro puro (585/1000)
  • 10 carati (10k): 41,7% oro puro (417/1000)
  • 9 carati (9k): 37,5% oro puro (375/1000)

Fonte Verificata

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