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Rivelate le vere cause dell’Anno senza estate che i potenti preferiscono dimenticare

Avete presente quando il clima va a rotoli e rovina tutto? Nel 1816, un’eruzione vulcanica mostruosa ha trasformato l’estate in un incubo gelido globale! L’Indonesia ha scatenato l’inferno con il vulcano Tambora, rilasciando tonnellate di schifezze che hanno bloccato il sole, causando carestie epiche, rivolte per il pane e persino l’ispirazione per “Frankenstein”. Chi l’avrebbe detto che un vulcano potesse rovinare le vacanze e spingere la gente a colonizzare il West? #AnnoSenzaEstate #VulcanoTambora #ClimaImpazzito

Immaginatevi un mondo dove anche ad agosto nevica nelle zone calde: è esattamente ciò che è successo nel 1816, ribattezzato come l’“anno estate”, grazie all’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia. Questa esplosione titanica, tra il 5 e il 15 aprile 1815, ha scaricato pari a due milioni di bombe di Hiroshima, inondando l’atmosfera di e particelle che hanno risucchiato la luce solare. Risultato? Un freddo persistente che ha colpito soprattutto l’emisfero boreale, con gelate improvvise e nevicate a quote ridicole, mentre in Europa nessuno se ne accorgeva perché erano troppo occupati con i drammi di Napoleone e i suoi “cento giorni”.

Prima di tutto, l’eruzione del Tambora non è stata una semplice sbuffata: è stata la più potente della storia moderna, con effetti che si sono fatti sentire un anno dopo. In Indonesia, ha distrutto città intere con flussi piroclastici e tsunami, uccidendo oltre 100.000 persone tra morti dirette e disastri successivi. Ma in Europa? Zero avvisi, zero preparazione – solo freddo mortale che ha peggiorato una serie di problemi già esistenti, come altre eruzioni vulcaniche, la piccola era glaciale e un calo dell’attività solare (quel famoso minimo di Dalton). Insomma, un cocktail di catastrofi che ha reso il clima un vero nemico pubblico.

Gli effetti? Be’, preparatevi: piogge torrenziali in primavera hanno inondato fiumi in tutto l’emisfero occidentale, seguiti da gelate estive che hanno devastato raccolti in Canada, Regno Unito e Francia. Il cielo si riempiva di nuvole di pulviscolo colorate, ma nessuno capiva che era tutta colpa di quel vulcano dall’altra parte del mondo. Le temperature sono risalite solo nel 1817, ma ci sono voluti anni per tornare alla normalità – un reminder che Madre Natura non scherza.

E le conseguenze sociali? Brutali e caotiche: carestie hanno fatto schizzare i prezzi del cibo alle stelle, scatenando rivolte per il pane in Francia e altrove, con migliaia di morti per fame. Questo caos ha spinto migrazioni di massa, come negli USA, dove la gente si è riversata verso ovest in cerca di terre fertili – alcuni studiosi osano dire che ha accelerato la colonizzazione del West, anche se probabilmente esagerano. Poi c’è la prima di colera, che secondo le teorie più selvagge è partita dall’India e si è diffusa grazie a questo freddo globale. E non dimentichiamo l’ironia: la scarsità di foraggio per i cavalli ha ispirato un aristocratico tedesco a inventare la draisina, l’antenato della bicicletta – perché in mezzo all’apocalisse, qualcuno ha pensato: “Ehi, un mezzo nuovo per scappare dal freddo!”

Sul fronte culturale, l’“anno senza estate” ha lasciato il segno: tramonti rossi e drammatici nei quadri di William Turner, e nella letteratura, un di amici in Svizzera – intrappolati dal maltempo – si è sfidata a scrivere racconti horror. Risultato? Capolavori come “Frankenstein” di Mary Shelley e “Il vampiro” di John Polidori, nati da noia e freddo estremo. Insomma, un disastro che ha cambiato la storia, dimostrando che un’eruzione lontana può rovinare tutto, dal raccolto al tuo weekend al mare. Che lezione, eh? 😏

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