Attenzione, Italia! Quel quorum che fa saltare i referendum è una follia totale, amici! Mentre ci prepariamo a votare per i 5 referendum abrogativi il 8 e 9 giugno 2025 – 4 sul lavoro e uno sulla cittadinanza – il famigerato quorum al 50% +1 rischia di rendere tutto inutile. Pensateci: servono quasi 50 milioni di votanti per validare il risultato, una regola ridicola rispetto all’Europa, dove spesso non esiste. Se non lo raggiungi, addio democrazia! #QuorumFalliment #Referendum2025 #VotaOra
Eccoci qui, gente, con una regola che sembra uscita da un incubo burocratico: in Italia, per far passare un referendum abrogativo, devi mobilitare più della metà degli aventi diritto al voto, altrimenti è come se non fosse mai successo. Sabato 8 e domenica 9 giugno 2025, ci ritroveremo alle urne per decidere su 5 questioni scottanti – quattro legate al mondo del lavoro e una sull’ottenimento della cittadinanza – ma se non si raggiunge quel maledetto quorum, che significa la metà più uno degli elettori (circa 50 milioni di persone), tutto si trasforma in uno spreco colossale. È una barriera assurda, amici, che fa sembrare l’Italia un relitto del passato rispetto ad altri Paesi europei dove queste sciocchezze non esistono o sono ben più basse.
Prendiamo un esempio terra-terra, come se fosse una storia da bar: immaginate una città che propone un referendum per abbassare i prezzi dei biglietti del trasporto pubblico. Ci sono 100.000 cittadini con diritto di voto, ma solo 4.000 si presentano: 3.500 a favore e 500 contro. Peccato, non avete raggiunto i 5.001 votanti richiesti, quindi niente riduzione dei prezzi! È esattamente ciò che capita da noi: se la gente non si muove in massa, il voto è carta straccia, e chi è contro incoraggia il boicottaggio per far fallire tutto. Roba da far incavolarsi.
Le origini di questo ostacolo? Sono radicate nella nostra Costituzione, all’articolo 75, inserite dopo la Seconda Guerra Mondiale per evitare che una manciata di furbi decidesse per tutti. Capiamo l’idea – proteggere la democrazia da decisioni di una minoranza – ma oggi è solo un freno al cambiamento. I contrari ai referendum spingono la gente a stare a casa, rendendo inutile il voto di milioni, e intanto lo Stato spreca un sacco di soldi pubblici per organizzare queste votazioni. Non è ironico? Stiamo pagando per un sistema che ignora la nostra voce.
Da anni, in Italia, si discute di abbassare questo quorum o addirittura eliminarlo, per allinearsi alla maggioranza dei Paesi europei, ma finora? Niente di fatto, siamo ancora bloccati in questa trappola. E guardate l’Europa: lì si dà valore al voto di chi partecipa, senza penalizzare gli assenti. Solo eccezioni come Bulgaria, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia (al 50%) e Lituania (al 75%) hanno regole simili, ma sono proprio le mosche bianche. Andare a votare è l’arma più potente che abbiamo, nonostante regole stupide come queste che complicano tutto – non arrendiamoci!