Robespierre, l’Incorruttibile che mandò la Francia nel caos del Terrore! Immaginate un avvocato schizzinoso che si trasforma in un dittatore rivoluzionario, mandando migliaia di teste al patibolo per “salvare” la nazione. Nato nel 1758 ad Arras, Maximilien de Robespierre non era solo un chiacchierone del Club dei Giacobini, ma il cervello dietro il Comitato di Salute Pubblica. Lo chiamavano “l’Incorruttibile”, ma finì ghigliottinato dai suoi stessi alleati. #Robespierre #Terrore #RivoluzioneFrancese #StoriaSanguinosa
Maximilien de Robespierre, nato ad Arras nel 1758, non era solo un politico qualunque: era il maestro della Rivoluzione Francese, un tipo che scalò l’Assemblea Costituente e la Convenzione Nazionale, diventando il reuccio del Club dei Giacobini. Nel 1793, entrò nel famigerato Comitato di Salute Pubblica, impegnato a combattere minacce esterne e interne con metodi, diciamo, un po’ draconiani. Talvolta lo dipingono come l’ispiratore del Terrore, ma lui lo vedeva come un “male necessario”, non esattamente il più selvaggio del gruppo, però finì per farsi un esercito di nemici che lo spedì dritto alla ghigliottina il 9 termidoro (27 luglio 1794 del nostro calendario).
Chi era Robespierre: la vita in breve
Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre nacque ad Arras, nel nord della Francia, il 6 maggio 1758, da una famiglia agiata che lo mandò a studiare al prestigioso collegio Louis-le-Grand a Parigi. Lì, tra futuri rivoluzionari come Camille Desmoulins, si fece una reputazione da secchione coi fiocchi, assorbendo idee illuminate da Rousseau e idolatrando una Repubblica di Roma tutta idealizzata. Finì gli studi di diritto nel 1781, tornò ad Arras come avvocato e giudice per un po’, e per la sua vita privata? Beh, flirtava con un sacco di donne ma non si sposò mai – troppo impegnato a tramare rivoluzioni, suppongo.
Robespierre, il pensiero politico del rivoluzionario francese
Con la Rivoluzione che scoppiò nel 1789, Robespierre balzò in scena come rappresentante del Terzo Stato agli Stati Generali, giurando sulla pallacorda per dare alla Francia una Costituzione vera. Nella Costituente, si fece notare con discorsi infuocati per la sovranità popolare, l’intervento statale in economia e, ironicamente, l’abolizione della pena di morte – fino a quando non cambiò idea. Diventò una star del Club dei Giacobini, insistendo che i deputati non potessero ricandidarsi, guadagnandosi il nickname di “Incorruttibile”. Nel 1792, pushò per la Repubblica e votò la testa di Luigi XVI, dicendo che le circostanze lo giustificavano. Insomma, un idealista che non esitava a sporcarsi le mani.
Il periodo del Terrore
A giugno del 1793, i radicali come Robespierre – i Montagnardi – buttarono fuori i moderati dalla Convenzione, prendendo il controllo mentre la Francia annegava in guerre esterne e ribellioni interne. Il Comitato di Salute Pubblica, con i suoi 12 membri, scatenò il Terrore: decine di migliaia di sospetti “nemici” finirono sotto la lama, con stime tra 16.500 e oltre 100.000 vittime. Robespierre entrò in scena a luglio e, ok, non era un mostro sadico, ma riteneva che l’intransigenza fosse vitale per non far crollare tutto – insomma, “male necessario” per salvare la Rivoluzione. Non era il più estremo (quegli onori andavano a tizi come Hébert e Fouché), ma promosse roba come l’abolizione della schiavitù e aiuti ai sanculotti affamati. Era anticlericale, ma non voleva ateismo di Stato, così inventò il culto dell’Ente Supremo, una divinità vaga per non offendere nessuno. E su una cosa aveva ragione: “nessuno ama i missionari armati”, quindi preferì riarmare la Francia per difendersi, non per conquistare.
Termidoro: caduta e morte di Robespierre
Con la vittoria francese a Fleurus il 26 giugno 1794, il pericolo d’invasione sparì, e il Comitato di Salute Pubblica divenne il bersaglio di critiche feroci. Robespierre sparì dalla circolazione per un po’, ma quando riapparve il 26 luglio (8 termidoro), i suoi nemici avevano già architettato un colpo di Stato. Il giorno dopo, il 27 luglio (9 termidoro), lo arrestarono, lo liberarono brevemente e poi lo ripresero. Tentò il suicidio – o forse lo ferirono i gendarmi, chissà – e finì comunque sulla ghigliottina. Fine della storia per l’Incorruttibile, e anche del Terrore, con il Comitato che perse i suoi poteri. Che lezione: rivoluzione o no, tradisci troppa gente e paghi il prezzo.