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San Lorenzo: Come le storie e leggende sulle stelle cadenti continuano a ingannare i desideri popolari

Avete mai fissato il cielo sperando che una ‘stella cadente’ vi esaudisca i desideri, come se il cosmo fosse un enorme distributore automatico? Beh, spoiler: non sono stelle, ma pezzi di ghiaccio e roccia che si incendiano nell’atmosfera durante le Perseidi! Questa tradizione, legata alla notte di San Lorenzo, deriva da un’umanità che guarda in alto e pensa: ‘Se non ho stelle, invento desideri!’ De-sidus** significa proprio ‘senza stelle’, e chissà, magari è un modo per illudersi che l’universo ci guidi. #StelleCadenti #DesideriCelesti #MitiAntichi

Preparatevi a un tuffo nel passato, dove le ‘stelle cadenti’ erano ben più di uno spettacolo: per gli antichi Egizi, erano anime dei defunti che piovevano dal cielo come regali cosmici. Immaginate: la dea Nut, una specie di mucca celeste che partorisce astri ogni giorno, e improvvisamente tutti – non solo i faraoni con i loro ego smisurati – potevano diventare stelle. Peccato che queste scie luminose non fossero le anime che cadono, altrimenti i cari estinti rischiavano di schiantarsi! In Egitto, le vedevano come doni, tipo il di trovato nella tomba di Tutankhamon, che fa pensare: ‘Ehi, un meteorite come souvenir dall’aldilà?’ Un “segno di passaggio tra mondi”, per i credenti.

Passando all’India, le cose si scaldavano con la reincarnazione: ogni stella cadente era un’anima che voleva tornare sulla Terra per un altro giro nel ciclo del samsara. Pensateci, era come se il karma decidesse di fare shopping cosmico, mandando anime a caccia di una nuova vita – un po’ come noi con le app di dating, ma con più misticismo e meno swipe. Nel frattempo, i Romani le adoravano come segni di abbondanza da Priapo, il dio della fertilità che doveva badare ai campi (e forse anche alle esigenze maschili, eh). Più scie, più raccolto – un presagio divino per un’annata da sballo, o almeno così speravano gli agricoltori stanchi di zappare.

Ma non tutti erano fan: in Persia, le stelle cadenti erano demoni e streghe in fuga, con Sirio che giocava il ruolo dell’eroe cosmico per rimettere ordine – un vero e proprioreality show celeste! In Cina, erano cattivi presagi che mettevano in pericolo l’imperatore, spingendo i saggi a studiare questi sciami come se la fine del mondo fosse dietro l’angolo. E a Sparta? Be’, era spietato: una stella cadente poteva far deporre un sovrano, perché in quella città-stato non si scherzava – politica a cielo aperto, con un tocco di paranoia autoritaria. Se fosse oggi, chissà quanti leader finirebbero spodestati!

Tornando alla notte di San Lorenzo, il 10 agosto, la leggenda è da brividi: San Lorenzo, arso vivo nel 258 d.C., ha trasformato le sue lacrime o i carboni ardenti in stelle cadenti. Una che mescola fede e dramma, come se il cielo piangesse per i martiri – e magari per l’imperatore Valeriano, che non ne azzeccava una con i cristiani. Oggi, esprimere un desiderio è un riflesso automatico: deriva da quel bisogno primordiale di non sentirsi senza stelle, come i soldati di Giulio Cesare che speravano nel ritorno dei compagni sotto il firmamento. E voi, continuate a crederci? Un po’ di magia non guasta, anche se è solo roccia che brucia. Ma ricordate, de-sidus ci avverte: senza guide celesti, dobbiamo crearne di nostre! 😏

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