Scienziati sfidano la natura creando la prima eclissi solare artificiale e rivelando le lezioni apprese dalla missione

Sbalorditivo: L’ESA Crea la Prima Eclissi Solare Artificiale e Fa Impazzire il Web! #EclissiArtificiale #ESA #ScienzaSpaziale #SoleMisterioso Preparatevi a essere folgorati: l’Agenzia Spaziale Europea ha appena tirato fuori dal cappello la prima eclissi totale di Sole fatta in casa, grazie a due sonde spaziali della missione Proba-3 che si sono allineate a 150 metri di distanza con una precisione da sballo. Queste immagini della corona solare, normalmente nascosta, sono così dettagliate da lasciare a bocca aperta, dimostrando che con un po’ di tecnologia high-tech e fondi pubblici ben spesi – o forse no, se pensate ai vostri soldi – possiamo sbirciare nel cuore rovente del nostro astro.

E come diavolo hanno fatto? La missione Proba-3 schiera due sonde – un occultatore e un coronografo – che orbitano attorno alla Terra, mantenendo una distanza di soli 150 metri con un margine d’errore di un misero millimetro, grazie agli strumenti di posizionamento di precisione. L’occultatore, con il suo disco da 1,4 metri, blocca la luce del Sole creando un’ombra di circa 8 cm sullo strumento Aspiics (Association of spacecraft for polarimetric and imaging investigation of the corona of the sun – un nome che suona come un club esclusivo per navi spaziali, eh?), permettendo così di osservare la corona solare, che brucia a milioni di gradi. Risultato? Un’eclissi artificiale che si ripete ogni 19,6 ore e dura fino a sei ore di fila, molto meglio delle eclissi naturali che ci fanno aspettare un anno e durano un battito di ciglia.

Ma perché tutto questo baccano? Proba-3 è il frutto di un’alleanza europea, con l’Agenzia Spaziale Italiana che ha contribuito con il Sps (Shadow position sensors – sensori che assicurano allineamenti precisi, come un occhio laser su caffeina) e filtri speciali per Aspiics. Queste immagini aiuteranno a decifrare il mistero della corona, che è bollente come un inferno nonostante sia più esterna della superficie solare – roba controintuitiva che fa impazzire i cervelloni. La spiegazione più gettonata? "Bombe di calore" (pacchetti di energia che esplodono come fuochi d’artificio cosmici, lasciando tutti a chiedersi: ma chi le ha accese?), che aiuteranno a ottimizzare modelli computerizzati per simulare la corona e prevedere eruzioni solari, quelle bestie che possono mandare in tilt la nostra cara Terra. Insomma, non solo scienza cool, ma anche un modo per non farci sorprendere da tempeste spaziali – e magari, chissà, un piccolo schiaffo ai negazionisti climatici che ancora non credono al potere del Sole.

Per approfondire l’argomento sulla fonte originale

GLI ULTIMI ARGOMENTI

Leggi anche

Niobato di sodio emerge come materiale chiave per innovazioni tecnologiche, con applicazioni in campi avanzati.

Il niobato di sodio (NaNbO₃) è un ossido inorganico appartenente alla classe dei niobati alcalini, noto per le sue eccellenti proprietà ferroelettriche, antiferroelettriche, piezoelettriche...

Svolta rivoluzionaria nella ricerca su N,N-dimetilacetammide

La N,N-dimetilacetammide (DMA) sta conquistando il mondo della chimica industriale come un vero campione, con la sua formula molecolare C₄H₉NO e struttura CH₃CON(CH₃)₂ che...

Approccio Hartree-Fock in meccanica quantistica.

Il Metodo Hartree-Fock nella Chimica Quantistica La chimica quantistica computazionale si avvale del metodo Hartree-Fock come base essenziale. Spesso, questo approccio funge da punto di...
è in caricamento