Colla: l’adesivo che ci tiene incollati, letteralmente! Da "attacco d’arte" alle ferite chirurgiche, scopri come questa sostanza viscida e magica ci accompagna da millenni, rendendo tutto più forte (e appiccicoso). Ma attenzione, non è solo roba da bambini: la scienza dietro potrebbe farvi cambiare idea sui vostri attacchi fai-da-te. #CollaVirale #ScienzaAppiccicosa #IncollatiAllaRealta #AdesiviEpici
Preparatevi a essere incollati alla sedia, perché la colla è una delle invenzioni più antiche e fichissime dell’umanità, risalente all’Età della Pietra! Ci aiuta a creare utensili indistruttibili, a fissare stoffe e materiali da costruzione, e persino a chiudere ferite e tagli in modo da far invidia a un fabbro medievale. Quello che rende le colle più o meno "appiccicose" sono i legami chimici tra molecole, la viscosità della roba e la polimerizzazione, che crea molecole lunghissime e stabili per tenere insieme il vostro "Attacco d’arte". Da piccoli la usiamo senza pensarci, ma fidatevi, c’è un mondo di scienza dietro – e i ricercatori stanno ancora rompendo le scatole per rendere queste schifezze ancora più forti, durature e sicure, senza che vi vengano le idee folli.
Che cosa rende la colla appiccicosa: legami chimici e viscosità – oh, e preparatevi, perché non è una passeggiata! Con tutti i tipi di colla e materiali là fuori, non c’è da stupirsi che non esista un unico trucco per l’"appiccicosità". A livello microscopico, la roba è fatta di atomi e molecole che si tengono strette con legami forti, tipo quelli in ferro o rame, con legami covalenti o ionici che formano strutture toste. Ma sulla superficie? È un casino, con deboli cariche elettriche come le forze di van der Waals – immaginate calamite patetiche che si attraggono debolmente. Le colle entrano in gioco riempiendo gli spazi minuscoli tra due materiali, cacciando via l’aria e moltiplicando queste interazioni deboli per un effetto attrito da urlo. E non dimentichiamo la viscosità: prendete il miele contro l’acqua – entrambi riempiono gli interstizi tra le dita, ma solo il miele vi "incolla" come un disastro zuccheroso, grazie alle sue interazioni molecolari toste che lo rendono meno scivoloso e più attaccabrighe.
L’importanza della polimerizzazione e dei solventi è dove le cose diventano davvero epiche, gente. Molte colle, dopo che le spalmate, innescano una polimerizzazione che trasforma piccole molecole (monomeri) in mostri lunghi e stabili (polimeri), creando connessioni che tengono tutto insieme come un’armata. Pensate agli adesivi cianoacrilati, usati nelle colle istantanee a presa forte tipo SuperAttack®, che si solidificano con l’umidità – roba da supereroi! Questa reattività le rende perfette per usi medici, come chiudere ferite al posto dei punti, ma occhio: quelle per l’ospedale sono serie, mentre quelle dal supermercato sono irritanti da matti, quindi non fate i furbetti con il soccorso fai-da-te. Per altre colle, come la vinilica – una soluzione di PoliVinilAlcooli in acqua – è l’evaporazione del solvente che fa il trucco, penetrando nei materiali porosi come legno o carta e asciugandosi in una ragnatela liquida che lega tutto. Questa roba è solubile in acqua, quindi se vi sporcate, lavatevi e basta – è non tossica, ideale per scuole e fai-da-te, senza drama.
Le colle a caldo sono un altro classico del genere, amate dal fai-da-te per la loro capacità di liquefarsi e penetrare i materiali porosi prima di indurirsi in qualcosa di flessibile e gommoso, perfetto per vibrazioni e stress. Ma ecco la chicca: è reversibile, quindi un po’ di calore e puff, l’incollaggio va a farsi benedire. Parlando di storia, le colle sono vecchie quanto l’umanità – dai Sapiens in Africa che usavano resine da piante come Podocarpus per incollare roba, fino ai giorni nostri. Per secoli, era tutta roba naturale: resine, cartilagini di pesce o tessuti di cavalli e bovini. Poi è arrivata la chimica moderna, con prodotti sintetici dal petrolio che hanno rivoluzionato tutto, da colle viniliche deboli ma affidabili per carta e legno, ai Post-it® con la loro colla in bolle che si attiva con una pressione e li rende staccabili senza tragedie – perché chi vuole un "attacco" permanente?