Il 14 luglio 2024, Donald Trump, recentemente eletto 47esimo presidente degli Stati Uniti, ha sopravvissuto a un attentato durante un comizio elettorale in Pennsylvania, in cui è stato colpito a un orecchio da un cecchino. In seguito, nel corso stesso della campagna elettorale, è stata sventata un’altra minaccia prima che potesse avere luogo. Tali eventi, sebbene sconvolgenti in contesti diversi, rientrano in una triste realtà per gli Stati Uniti: dei 45 presidenti che hanno ricoperto la carica, 14 sono stati vittime di attentati, di cui almeno quattro mortali (Abraham Lincoln, James Garfield, William McKinley e John F. Kennedy). Questo porta alla frequente affermazione che la carica presidenziale statunitense rappresenti una delle mansioni più pericolose al mondo.
Indice Articolo
La sicurezza del presidente degli Stati Uniti
La USSS (United States Secret Service) è l’agenzia federale responsabile della protezione del presidente e della sua famiglia. Sottoposta al Dipartimento di Sicurezza Interna, la USSS collabora con servizi di intelligence e forze di polizia. L’agenzia ha ampliato il proprio raggio d’azione dopo l’assassinio di McKinley nel 1901, ricevendo l’incarico di proteggere il presidente, un compito che ha assunto un’importanza cruciale nel corso degli anni. Attualmente, la USSS offre protezione anche a ex presidenti e a capi di Stato stranieri in visita negli Stati Uniti.
La scorta del presidente, in particolare durante i viaggi all’estero, prevede un lungo corteo di veicoli. La Cadillac One, l’auto presidenziale, è dotata di tecnologie avanzate in grado di resistere a attacchi esplosivi e di armi pesanti. Nonostante i tentativi delle forze di sicurezza, la posizione di presidente rimane intrinsecamente rischiosa a causa dell’impatto e dell’influenza globale degli Stati Uniti, anche in contesti come le Nazioni Unite e la NATO.
L’assassinio dei presidenti statunitensi
Abraham Lincoln fu il primo presidente statunitense ad essere assassinato. Nel 1865, dopo la Guerra Civile, Lincoln fu ucciso da John Wilkes Booth, insoddisfatto dell’esito del conflitto, durante uno spettacolo teatrale al Ford’s Theatre di Washington D.C. James Garfield, il cui mandato durò solo qualche mese, subì un attentato nel 1881 da parte di Charles Guiteau, un avvocato che cercò di uccidere il presidente per motivi personali, a causa di una delusione professionale. Garfield morì diversi mesi dopo a causa di infezioni derivate da trattamenti medici non sterilizzati.
William McKinley, presidente dal 1896 e rieletta nel 1900, fu assassinato nel 1901 a Buffalo da Leon Czolgosz, un anarchico. McKinley, che aveva rinunciato alla scorta presidenziale, fu colpito mentre incontrava il pubblico. L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy nel 1963 rappresenta uno degli eventi più noti della storia americana: fu ucciso a Dallas, in Texas, da Lee Harvey Oswald, mentre il suo assassinio avveniva in diretta televisiva, contribuendo a rendere il fatto particolarmente mediatico. Il fratello, Robert Kennedy, fu ucciso nel 1968, durante la campagna presidenziale, all’Ambassador Hotel di Los Angeles.
Attentato al Presidente Abraham Lincoln, 1865. Fonte: Wikimedia Commons
Attentati non letali ai presidenti statunitensi
Molti attentati, sebbene non fatali, hanno avuto come obiettivo presidenti statunitensi. Tra i più noti si annovera quello ai danni di Gerald Ford nel settembre 1975 in California, eseguito da una seguace della setta di Charles Manson. Un precedente tentato omicidio si registrò nel 1912 ai danni di Theodore Roosevelt mentre era in campagna elettorale. Pur venendo colpito, Roosevelt sopravvisse e portò con sé la pallottola nel petto per tutta la vita.
Il 30 marzo 1981, Ronald Reagan subì un tentato omicidio subito dopo l’inizio del suo mandato quando fu colpito da colpi di arma da fuoco a Washington. Altri presidenti, tra cui Bill Clinton, che nel 1994 fu oggetto di un attentato all’interno della Casa Bianca, e George Bush, nel 2005 a Tbilisi, Georgia, hanno anch’essi subito tentativi di omicidio senza conseguenze fatali.