Occhio, guidatori distratti! Telecamere AI spiate stanno beccando chi usa lo smartphone al volante, infliggendo multe salate fino a 1.000 euro e sospensioni della patente. È una vera caccia alle streghe sulle strade italiane, dove la tecnologia non sbaglia un colpo – o un selfie! Non c’è più scampo, giorno e notte, pioggia o sole. #AIControllaLeStrade #NoCellulareAllaGuida #Multestronzate
Le cronache degli ultimi giorni hanno acceso un dibattito esplosivo sulla follia di messaggiare al volante, spingendo l’attenzione verso questi sistemi di sicurezza smart che inchiodano i trasgressori del Codice della Strada. Questi aggeggi high-tech, già operativi in alcune città italiane, usano visioni avanzate e intelligenza artificiale per immortalare veicoli in movimento, smascherando comportamenti da idioti come l’uso del telefono o la cintura slacciata, e spedendo le prove alle forze dell’ordine. Niente più pattuglie fisiche: ora è la macchina a fare il lavoro sporco, 24/7, con l’obiettivo di scoraggiare azioni che definire “scellerate” è solo un eufemismo educato.
Ma attenzione, le multe non piovono dal cielo automaticamente: le foto e i video finiscono alle autorità, che dopo verifiche redigono il verbale e applicano la sanzione, che con il nuovo Codice della Strada può arrivare fino a 1.000 euro con sospensione della patente fino a due mesi.
Come funziona la telecamera anti-smartphone alla guida
Ad Agliana, in provincia di Pistoia, hanno piazzato il Mobile Phone & Seat Belt Detection al posto di un vecchio autovelox polveroso. Questo marchingegno da 25mila euro – o meglio, metà prezzo grazie a un vecchio scambio – combina due telecamere con un flash a infrarossi per catturare tutto, anche al buio pesto. Un software AI smista i dati, identificando solo le violazioni reali come chi è troppo impegnato a scrollare Instagram. Le immagini sospette vanno dritte alla Polizia Municipale, che decide caso per caso se punire il colpevole.
A cosa servono queste telecamere AI e dove sono installate
Il vicesindaco di Agliana, Fabrizio Baroncelli, giura che non è una mossa per riempire le casse comunali, ma per frenare la follia al volante. Come ha spiegato al quotidiano fiorentino La Nazione: “Ha un costo di 25mila euro, ma lo abbiamo acquistato a metà prezzo restituendo l’autovelox, che non trova un utilizzo ottimale sulle strade del territorio aglianese. Il Seat Belt and Phone Detector non è un dispositivo per fare cassa ma per la sicurezza. In particolare l’uso del cellulare alla guida è tra le maggiori cause di incidenti perché causa continue distrazioni” [Commento: Parole sagge, perché chi non è d’accordo è solo un potenziale pirata della strada!]. L’articolo 173 del Codice della Strada vieta tassativamente l’uso di smartphone e simili durante la guida, con multe da 250 a 1.000 euro e patente sospesa da 15 giorni a due mesi – e stavolta fanno sul serio.
A Verona, invece, è arrivato Cerbero, una specie di super-spia con lenti grandangolari alla fisheye, modem e GPS, che non solo becca il telefono o la cintura slacciata, ma smaschera anche auto rubate, senza assicurazione o in zone off-limits. Un vero “coltellino svizzero” della repressione stradale, che alleggerisce il lavoro degli agenti e rende i controlli più letali che mai.
Quanto è grave il problema dell’uso del cellulare mentre si guida
Sul fronte globale, la guida distratta è una piaga micidiale: in Germania, nel 2023, 977 feriti – 197 gravi e 20 morti – solo per colpa di un telefono. Negli USA, l’NHTSA conta 3.308 decessi nel 2022. La RoSPA britannica avverte che chi traffica con lo smartphone quadruplica il rischio di schianto, con costi sociali che superano i 2 milioni di euro per incidente mortale – senza contare le famiglie distrutte da questa “pandemia da dipendenza digitale”. Tempo di svegliarsi, prima che sia troppo tardi!