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Un bambino delle elementari crea una bufala sui nativi americani con il libro dei selvaggi

Follia del ‘Libro dei Selvaggi’: un monaco confonde scarabocchi di un bimbo tedesco con riti nudi dei nativi americani! Chi l’avrebbe detto che un antico “testo misterioso” nella Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi, pieno di omini stilizzati e nudi in pose ambigue, fosse solo il quadernone di un ragazzino? Nel ‘700, nessuno ci capiva un’acca, e “Le Livre des Sauvages” – Il Libro dei Selvaggi – finì archiviato come roba esotica nativo-americana. Poi arriva il monaco Emmaneul Domenech, grande esperto che ha girato Canada e Messico, e giura di aver decifrato quei pittogrammi come simboli di spiriti, capi tribù e persino “il culto del fallo”. Ma che debacle epica!

La bufala esplode sul serio quando questo bizzarro atterra nella Biblioteca dell’Arsenale nel ‘700: illustrazioni di omini nudi e scritte assurde, catalogate alla carlona come cultura nativo-americana senza prove. Nessuno sa come sia finito lì, mistero totale. Salta fuori Domenech, che dopo anni tra i “selvaggi” pubblica nel 1860 il suo “Manuscrit pictographique Americain, precede d’une Notice sur l’ideographie des Peaux-Rouges”, riempiendolo di interpretazioni sensazionalistiche: uomini di medicina, spiriti e, yeah, tonnellate di nudità che lui spaccia per culti pagani. Ignora pure le scritte indecifrabili – chi se ne frega, lui vuole solo brillare come guru!

Ma ecco il colpo di scena: non passa molto che il giornale tedesco Vossiche Zeitung smonta tutto in un articolo micidiale. Quelle “parole ignote”? Roba da elementari: errori grammaticali e disegni da bambini, tipo “Wurszd” che non è un incantesimo, ma solo “salsiccia”! E quel che Domenech chiama barile di rum? Nah, è un alveare, confermato dalla parola “honig”, che significa . Le figure umane? Non culti mistici, ma semplici schizzi sporcaccioni di un ragazzino con la mente “troppo attiva”. Il monaco prova a difendersi, ma finisce ridicolizzato – e così, l’intera storia si sgretola, rivelando che quel “tesoro” non c’entra una mazza con i nativi. Come sia arrivato in Francia? Boh, mistero irrisolto, e l’autore resta anonimo. Che figuraccia storica!

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