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Un supercomputer in orbita attorno alla Terra viene sviluppato dalla Cina, con ambizioni che sfidano l’equilibrio globale e i dettagli sul suo funzionamento rivelati

La Cina è scatenata nello spazio! 🚀 Mentre l’Occidente si perde in chiacchiere, Pechino lancia un mostro tecnologico: una rete di 2.800 satelliti AI che formano un supercomputer orbitale, pronto a processare dati in tempo reale e surclassare i nostri vecchi sistemi terrestri. Già partiti i primi 12 via razzo Long March 2D, con il direttore Wang Jian a tuonare: «frontiera su cui dobbiamo ragionare e programmare i prossimi 10, 20 o 50 anni». #CinaSpaziale #AISupercomputer #TechShock

Ma andiamo al sodo: questo ambizioso progetto, guidato dalla startup ADA Space e dal centro Zhejiang Lab, non è solo un balzo in avanti – è una sfida al mondo intero. Immaginate una costellazione di 2.800 "mini supercomputer" fluttuanti tra i 500 e i 2.000 km d’altitudine, ciascuno con 8 miliardi di parametri e una potenza di 744 tera-operazioni al secondo. Elaborano dati sul posto, riducendo al minimo le trasmissioni verso la Terra e lasciando sul piatto il 90% dei dati che oggi vanno persi. È edge computing estremo, che sfrutta connessioni laser a 100 Gbps per far lavorare questi satelliti come un’unica bestia affamata di calcoli.

Il tutto alimentato da pannelli solari e raffreddato dal gelo dello spazio – niente più data center che divorano energia come buchi neri! – puntando a una potenza di 1.000 petaflop, quasi metà di quella del supercomputer terrestre più potente. E perché? Per gestire missioni spaziali in autonomia, come riparare satelliti in orbita o analizzare esplosioni cosmiche con rilevatori di raggi X. Ma non fatevi illusioni: questo è solo l’inizio, con altri lanci previsti entro fine anno per arrivare a 50 satelliti, trasformando lo spazio in un ecosistema autonomo che ride in faccia alle limitazioni terrestri. #SpaceRace #CinaTechDomination

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